27/02/09

MEDICINA: ANDROLOGI, SALUTE UOMO E' PROBLEMA SOCIALE

Dalla sterilita' alla
disfunzione erettile, fino alle malattie sessualmente trasmesse,
la salute dell'uomo sta assumendo le proporzioni di un problema
sociale.
Un maschio italiano su tre nell'arco della sua vita e'
colpito da una malattia andrologica. Si calcola che siano tre
milioni gli uomini che soffrono di disfunzione erettile e che
250.000 fra 18 e 50 anni sono infertili, oltre 100.000 hanno
scarsa funzionalita' dei testicoli (ipogonadismo) e 150.000
hanno condilomi o malattie legate al Papilloma virus (Hpv).
Sono i dati presentati oggi ad Abano Terme (Padova) nel
convegno congiunto della Societa' italiana di fisiopatologia
della riproduzione (Sifr) , presieduta da Carlo Foresta, e della
Societa' italiana di andrologia e medicina (Siams), presieduta
da Andrea Lenzi.
Dai dati presentati oggi risulta inoltre che il 30% degli
ultrasessantenni soffre di disfunzione erettile o problemi di
prostata. Si calcola che siano 1.500 gli uomini che attualmente
hanno un tumore al testicolo e che, su 300 matrimoni che si
celebrano ogni anno in Italia, il 15% delle coppie non riesce ad
avere un figlio. ''Mentre le donne hanno una certa familiarita'
con la figura del ginecologo, gli uomini ricorrono all'andrologo
molto piu' di rado'', ha osservato Foresta. E' percio'
necessario, ha aggiunto, che ''si diffonda una maggiore
attenzione a queste malattie, che in molti casi possono essere
prevenute, o comunque curate, con ottimi risultati se
diagnosticate precocemente''.
L'attenzione a questi problemi e' aumentata negli anni e
anche le diagnosi sono piu' numerose. Ma adesso, secondo Lenzi,
e' il momento di fare un altro passaggio, ''portando il problema
all'attenzione della sanita' pubblica: dopo 30 anni e oltre di
attenzione dedicata solo dai centri ultraspecialistici, siamo
arrivati finalmente a momento in cui problemi andrologici stanno
diventando un patrimonio della sanita' pubblica e della cultura
generale''. Tanto che i due esperti, a nome della Societa'
italiana di andrologia e medicina della sessualita', hanno
proposto al ministero della Salute un progetto che prevede
campagne di informazione a partire dall'infanzia e per informare
i giovani fra 16 e 18 anni sull'importanza di farsi visitare
regolarmente dall'andrologo.
Un tema, questo, al quale il ministero del Lavoro, Salute e
Politiche sociali guarda con interesse, ha detto il direttore
generale per la prevenzione, Fabrizio Oleari. ''La prevenzione
dell'infertilita' e' prevista dalla legge 40 sulla fecondazione
artificiale cosi' come dal progetto-obiettivo materno-infantile.
Alla luce dei dati presentati oggi al convegno - ha aggiunto
Oleari - i problemi andrologici possono rappresentare un carico
di malattia importante ed essere quindi affrontati nella logica
di interventi preventivi di salute pubblica''.

ALCOL: RICERCA, 740 MILA MINORI CONSUMATORI A RISCHIO

Oltre 740 mila minori sono
consumatori di alcol a rischio. Tra i ragazzi 11-15enni, 1
ragazzo su 5 e' un consumatore a rischio; tra i 16-17enni, 14
minorenni su 100 bevono secondo modalita' rischiose. Inoltre la
quota delle ragazzine a rischio 11-15enni al di sotto dell'eta'
legale (16,8 %) supera il valore della media nazionale delle
consumatrici a rischio (7,8 %). Sono dati che emergono dal
report Consumi di alcol e impatto alcol correlato elaborato da
Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps, Istituto Superiore di
Sanita' e Centro OMS Ricerca Alcol nell'ottobre 2008. Dati
ribaditi oggi dalla confederazione delle Organizzazioni italiane
per la ricerca analitica dei gruppi, che propongono una
soluzione incentrata sull'educazione tra pari.
Non solo i minori sono a rischio: oltre 700.000 18-24enni
risultano a rischio. Tutti i comportamenti a rischio sono piu'
diffusi tra i maschi che non tra le femmine.
Su un totale di alcoldipendenti, la tendenza all'aumento
appare ancora piu' evidente con riferimento ai soli nuovi utenti
di 20-29 anni, che passano dal 10,7% del 1998 al 14% del 2004;
in questa fascia di eta' si rileva la crescita maggiore nel
tempo, a partire dal 1996.

26/02/09

Staminali - Studio apre strada a produzione di organi artificiali

Cellule embrionali staminali per tessuti viventi artificiali
Cellule embrionali staminali (ESC) possono sopravvivere anche messe in fili di polimeri, per tessere tessuti viventi artificiali e flessibili in grado di adattarsi ad ogni tipo di trapianto. Si tratta di una tecnica innovativa dell'utilizzazione delle cellule staminali che potrebbe essere usata per produrre, in futuro, organi artificiali.
E' quanto riferiscono ricercatori inglesi della University College London. La tecnica descritta in uno studio, pubblicato su Integrative Biology , che si accoda ad altre tecniche, altrettanto
competitive, gia' messe a punto per forgiare cellule vive in un
tessuto fatto su misura. Tra queste una tecnica che prevede la
stampa di un tessuto vivo per mezzo di una stampante a getto
d'inchiostro , che sostituisce l'inchiostro normale con un
inchiostro biologico fatto solo di cellule. Una tecnica che ha
subito in questi ultimi anni delle variazioni utili a
danneggiare il meno possibile il materiale biologico e con questa
tecnologia e' stato possibile "tessere" una rete di fili
contenenti cellule cerebrali vive.
Ora in questo nuovo lavoro Suwan Jayasinghe e colleghi hanno
dimostrato che e' possibile, con una tecnica simile creare fili di
ESC. Si tratta, dicono gli scienziati di una tecnologia del
tutto nuova, mai usata prima che si chiama "electrospraying",
dove due aghi di acciaio inossidabile, uno dentro l'altro,
uniscono una scia di polimeri viscosi e biodegradabili con una
sospensione di ESC. Applicando, poi, una corrente elettrica agli
aghi si da' carica al filo di polimeri e alle cellule che
accelerano verso un anello di rame, che si trova un poco piu'
sotto, e quando escono dall'anello, cellule e polimero, sono
diventati un unico filo molto sottile.
In questo modo possono essere tessuti fogli piu' o meno grandi di
tessuto vivente, incrociando semplicemente il filo ripetutamente
su una superficie piatta, mentre se si fa passare il filo su uno
stampo si ottiene una forma tridimensionale. Basta la viscosita'
del polimero a tenere insieme il tessuto. Con la tecnica
dell'amplificazione del DNA Jayasinghe e colleghi hanno
dimostrato che le cellule del filato conservavano intatti i geni
trovati nelle cellule staminali indiferrenziate e che questi geni
venivano espressi allo stesso modo in cui venivano espressi ,in
cellule di controllo messe in coltura che erano state
elettrospruzzate. Una verifica importante per dimostrare che le
cellule staminali , pur dopo il trattamento erano rimaste vive.
Come hanno riferito a New Scientist gli scienziati , i tessuti
fatti di ESC, piuttosto che di cellule gia' specializzate, come
quelle del muscolo, ad esempio, hanno maggiori possibilita' di
essere trapiantati in piu' e diversi "siti" biologici. Infatti,
una volta impiantate queste cellule bambine, grazie alle loro
potenzialita' che le rende flessibili, prendono le caratteristiche
del sito biologico dove sono state messe o possono essere
influenzate da farmaci per convertirsi nel tessuto giusto voluto
per quel sito. Sperimentalmente e' stato visto anche, che con il
tempo le ESC sopravvivono, crescono formando tessuti coerenti,
mentre il polimero degrada e scompare lentamente.

Ricercatori mettono a punto "etimologo informatico"

Ricercatori mettono a punto "etimologo informatico",
in grado di rintracciare evoluzione delle parole nel tempo.
Un "etimologo informatico": lo hanno
messo a punto in ricercatori dell'universita' britannica di
Reading e consiste in un algoritmo in grado di rintracciare
l'evoluzione delle parole in uso oggi e di predire la loro futura
fortuna lessicale.
Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, il programma e'
adattabile a tutte le principali lingue indoeuropee: applicato
all'inglese, ha stabilito che le parole piu' antiche sono i
pronomi "I" e "we", e i numeri "two" e "three"; a maggior rischio
di estinzione invece sono "squeeze", "guts", "stick" e "bad".
Il modello analizza forma e suono dei vocaboli e permette di
seguire l'evoluzione di una parola nel tempo - fornendo liste di
vocaboli utilizzati in una certa epoca - e di suggerirne la
pronuncia (senza pero' troppe garanzie): quel che non puo' fare e'
identificare parole un tempo esistite ma ora estinte.
I risultati dimostrerebbero che le parole di utilizzo piu' comune
tendono a resistere al passare del tempo e al divergere delle
lingue da un antenato comune; altre invece sono soggette a
mutamenti rapidi e per questo a rischio di sparizione dal
vocabolario futuro.
Il biologo evoluzionista Mark Pagel, che ha diretto
l'esperimento, paragona la sorte lessicale nel corso delle
generazioni al gioco del passaparola, in cui ciascuna persona
sussurra all'orecchio del vicino la parola che ha appena
ascoltato: di norma alla fine della catena esce fuori qualcosa di
molto diverso dall'originale.

Milleproroghe - Garaci:Soddisfazione per approvazione articolo 35"

Ora possibile pensare rilancio sistema scientifico nazionale.
Piena soddisfazione e' stata espressa dai
partecipanti alla Conferenza dei Presidenti degli Enti di Ricerca
per l'approvazione dell'articolo 35 del provvedimento "mille
proroghe" che consente di utilizzare, fino al 2012, il budget
destinato al turn over per le assunzioni del personale di ricerca
e rilanciare il sistema scientifico nazionale.
"Rivolgo un ringraziamento speciale a Governo e Parlamento - ha
detto Enrico Garaci, Presidente della Conferenza dei presidenti
degli Enti di ricerca - per questo importante riconoscimento che
va nella direzione del riequilibrio del numero di ricercatori che
nel nostro Paese e' tuttora sottodimensionato rispetto agli altri
Paesi europei. Un tassello, questo - continua - che si aggiunge
all'altro segnale positivo, di cui la Conferenza degli Enti di
Ricerca prende atto, che e' quello che ci ha permesso di siglare
la sottoscrizione del nuovo CCNL con il quale speriamo di
costruire un quadro favorevole agli sviluppi della ricerca
pubblica italiana. Si tratta di basi importanti sulle quali -
conclude Garaci - e' possibile cominciare a pensare a un rilancio
del sistema scientifico nazionale, unica strada per uscire dalla
crisi economica".

25/02/09

Indagine Cnr:Tempo libero, centro commerciale batte museo

Cultura rimane per i ragazzi una scelta di "nicchia"
Musei e biblioteche? Meglio il centro commerciale.
Nella 'pole position' dei luoghi dove trascorrere il
tempo libero, la cultura rappresenta una scelta di "nicchia" e i
numeri parlano chiaro: al primo posto, infatti il 21,4% dei
ragazzi colloca lo shopping center, seguito da discoteca (16,1%),
pub (14%), multisala (7,4%) e sala con video giochi ( 4,3%). A
dirlo un campione di 483 studenti dei Licei classici e
scientifici e di Istituti tecnici, professionali e d'arte scelti
in due aree della Toscana con caratteristiche diverse: Cecina, a
limitata presenza di patrimonio culturale, e Pisa, citta'
universitaria ricca di monumenti.
L'indagine - effettuata dal gruppo di lavoro sui beni culturali
dell'Universita' di Pisa, coordinato dal prof. Mario Aldo Toscano,
Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali - e' stata
illustrata oggi presso la sede centrale del Consiglio nazionale
delle ricerche, nel quadro di un incontro promosso dal
Dipartimento patrimonio culturale del Cnr e dall'Istituto per le
tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc- Cnr) sul tema: "Il
contesto storico-sociale dei beni culturali e le forme della
coscienza. Verso una sociologia dei Beni Culturali". Durante
l'incontro e' stato presentato il volume, "Introduzione alla
sociologia dei Beni Culturali", edito da Le Lettere di Firenze e
curato appunto da M.A. Toscano e da Elena Gremigni.
Dai dati emerge come per i giovani la cultura resti, dunque, una
scelta di nicchia. Solo il 20,7% visita una biblioteca piu' volte
al mese, il 30% lo ha fatto solo una volta negli ultimi tre mesi,
il 13,8% una negli ultimi sei mesi, il 29%, appena una
nell'ultimo anno; una sparuta e'lite, il 5,9%, la frequenta piu'
volte ogni settimana. Piu' della meta' degli intervistati, invece,
trascorre il tempo libero in piazza, in palestra, in discoteca o
al pub (59,3%).
La situazione migliora se si passa ai musei. Il 40% ha visitato
quelli locali almeno una volta e il 48,4% da due a cinque volte.
I musei nazionali e internazionali sono stati invece piu' volte
meta di viaggi da parte del 74% dei ragazzi. Scuola e studio
rimangono i principali stimoli a recarsi nei musei, ma per la
visita di quelli fuori regione o internazionali intervengono in
maniera significativa l'iniziativa delle famiglie (18,7%) e
l'interesse personale (17,7%).
Cosa rimane agli studenti dello studio dell'arte e di queste
visite? Ben poco. Agli intervistati sono state mostrate alcune
immagini di opere e monumenti noti, pubblicati nei manuali
scolastici. "Dall'esame dei dati", spiega il Rapporto, "emerge
che l'80,1% possiede una scarsa o nulla conoscenza delle opere
d'arte mostrate, il 17,6% ha risposto in modo corretto, ma
soltanto il 2,3% degli studenti rivela un'elevata conoscenza,
cioe' e' in grado di identificare almeno meta' delle 15 opere
proposte scegliendo tra cinque opzioni".
Tra le opera piu' riconosciute: la Sagrada Famiglia di Antoni
Gaudi' (66,1%), mentre solo il 39,9% individua la Nike di
Samotracia, scambiata da un altro 39,9% per un angelo. Antonio
Canova e' l'autore di Amore e Psiche solo per 41,6% degli
studenti, mentre il 34,2% attribuisce il gruppo marmoreo a
Michelangelo. Sorprende che il 30,6% abbia correttamente
attribuito una Sfera ad Arnaldo Pomodoro, nonostante l'arte
contemporanea sia negletta nei curricula scolastici.
Visti i risultati della ricerca, suggerisce il rapporto, occorre
individuare metodologie didattiche piu' efficaci per lo studio
scolastico della storia dell'arte. Da notare, sottolinea la
ricerca, che ad ottenere i risultati migliori non sono stati gli
studenti dell'Istituto d'arte e dei licei classici , ma quelli
dei licei scientifici, perche' l'abbinamento dello studio della
storia dell'arte con il disegno tecnico per la durata di tutti e
cinque gli anni si rivela piu' incisivo nell'apprendimento.

Genetica - Individuato il gene dell'ottimismo

Individuato il gene dell'ottimismo e che
tinge di rosa la vita delle persone. E' la conclusione alla
quale sono arrivati ricercatori inglesi della Universita' di
Essex, Colchester, UK. in una ricerca pubblicata su Proceedings
of the Royal Society B, che hanno scoperto che le persone che
affrontano la vita guardando il lato positivo piuttosto che
quello negativo, devono il loro ottimismo ad una variante genica.
Lo hanno scoperto studiando un campione di 97 persone e le loro
preferenze subliminali per immagini che trasmettevano felicita',
neutralita' o messaggi minacciosi.
Secondo Elaine Fox e colleghi, che hanno condotto la
sperimentazione, gli individui che hanno ereditato due copie
della variante "lunga" di 5-HTTLPR, un gene che controlla il
trasporto della serotonina, un neurotrasmettitore che influenza
l'umore, mostravano una chiara tendenza a preferire immagini
positive e a scartare quelle negative. Le persone con questa
variante sono state soprannominate portatori "LL". La stessa
tendenza non e' stata, invece, riscontrata in quei volontari con
la versione corta della variante dello stesso gene , queste
persone hanno mostrato di non avere spiccate preferenze verso
un'immagine, piuttosto che un'altra a prescindere dal contenuto.
I soggetti sottoposti al test avevano meno di un secondo di tempo
per individuare punti nascosti in una delle due immagini vicine
presentate ed ogni coppia conteneva una figura neutrale ed
un'altra che poteva essere alternativamente positiva o negativa.
Elaine Fox e colleghi hanno scoperto che le persone "LL"
impiegavano in media 18.3 millesecondi in piu' per individuare
punti in una immagine negativa, piuttosto che nell' immagine
neutra, facendo intuire una avversione subliminale per le
immagini negative. Al contrario, si e' visto che i punti venivano
individuati 23.5 millesecondi prima, quando si trattava di
cercarli in immagini positive, come bambini piccoli, piuttosto
che in quelle neutre. "Sembra poco - commenta la Fox - ma in
termine di tempi di attenzione, sono significativi". Secondo gli
scienziati i portatori "LL" tendono, senz'altro, ad essere
positivi e ad ignorare gli eventi negativi. Studi precedenti
avevano gia' rivelato una tendenza per la negativita' e per l'ansia
tra le persone con la variante corta del gene. Questo studio e' il
primo a individuare negli individui "LL", i portatori della
chiave positiva per guardare la vita.

Clima - Antartide piu' calda del previsto, ghiacciai si sciolgono

Secondo le ultime rilevazioni degli
scienziati i ghiacciai dell'Antartide si stanno sciogliendo piu'
in fretta del previsto, un fenomeno che potrebbe condurre a un
aumento senza precedenti del livello degli oceani. Un rapporto
compilato da migliaia di studiosi in occasione dell'Anno polare
internazionale 2007-2008 conclude che la parte occidentale del
continente e' soggetta a fenomeni di riscaldamento, non la sola
Penisola antartica. Colin Summerhayes, direttore dello Scientific
Committee on Antarctic Research britannico e componente del
direttivo dell'Anno polare internazionale, spiega che in
precedenza si pensava che il riscaldamento fosse confinato alla
stretta lingua di terra che si protende verso il Sudamerica. Ma
in base ai dati delle stazioni meteorologiche "il riscaldamento
che vediamo nella penisola si estende in tutta la cosiddetta
Antartide occidentale".

Clima - Studio:cresciuti rischi legati a cambiamenti climatico

I rischi per l'umanita' e l'ambiente
legati al cambiamento climatico sono piu' elevati oggi rispetto a
quanto previsto qualche anno fa, secondo i ricercatori europei e
statunitensi autori di uno studio comparso sugli annali
dell'Accademia americana delle Scienze. "Oggi dobbiamo
considerare la possibilita' che il rischio di impatti negativi del
cambiamento climatico sugli uomini e sulla natura sia maggiore
rispetto quanto si pensava qualche anno fa" osserva Hans-Martin
Fuessel dell'Istituto Potsdam di ricerca sull'impatto del clima,
uno degli autori dello studio. Secondo i ricercatori i rischi
aumentano in maniera esponenziale con aumenti minimi delle
temperature mediane rispetto ai livelli del 1990. E' stato
verificato che ecosistemi quali i ghiacciai e la barriera
corallina sono molto piu' sensibili al riscaldamento globale e
all'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera e negli
oceani di quanto non avesse stabilito il terzo Rapporto del
Gruppo intergovernativo di esperti sul clima datato 2001.
Le siccita', le ondate di caldo e gli uragani si verificano piu'
frequentemente e provocano danni maggiori di quanto previsto
all'inizio del decennio. "Se il rischio e' piu' forte la necessita'
di ridurre le emissioni di gas serra e' maggiore, cosi' come e'
maggiore il bisogno di aiutare le regioni piu' deboli del pianeta
ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico" spiega
Fuessel. "Si tratta anche di una questione di giustizia perche' i
paesi che emettono meno gas serra sono anche i piu' deboli e i piu'
colpiti". La nuova valutazione dell'impatto del riscaldamento
globale si fonda su osservazioni fatte in vari luoghi del pianeta
sulla base di una comprensione piu' profonda del sistema clmatico.
Inoltre, rispetto al rapporto del 2001, i settori e le
popolazioni piu' colpiti sono stati identificati con maggiore
precisione. Infine ci sono sempre maggiori evidenze che aumenti
minimi della temperatura oltre i livelli del 1990 si traducono in
cambiamenti climatici di durata secolare, con impatti molto
importanti sull'ambiente, come lo scioglimento accelerato della
banchisa in Groenlandia, si legge nello studio.
Tre dei suoi co-autori hanno contribuito al capitolo del Rapporto
del 2001 in cui sono stati inizialmente esaminati questi
problemi.
Lo studio appena pubblicato e' la terza ricerca pessimista sul
cambiamento climatico uscita nel giro di poche settimane. Il 14
febbraio un rapporto della Carnegie Institution sosteneva che i
gas serra si accumulano piu' rapidamente del previsto
nell'atmosfera, aumentando i pericoli di un cambiamento
irreversibile del clima entro fine secolo. A fine gennaio
uno studio di Susan Solomon, della National Oceanic and
Atmospheric Administration Usa, affermava che il cambiamento
della temperatura superficiale degli oceani, delle precipitazioni
e l'aumento del livello degli oceani "sono gia' largamente
irreversibili per piu' di mille anni dopo la cessazione completa
delle emissioni di CO2".

24/02/09

WEB: ANCHE FACEBOOK FALLISCE LO "SFONDAMENTO" IN CINA

Altra differenza fondamentale: data la forte
censura vigente nel Paese, gli internauti cinesi tendono a navigare sotto
pseudonimo. In pratica, l'anti-Facebook, dove per trovare amici ed essere
trovati, è necessario registrarsi con il proprio nome di battesimo. Senza
contare che la censura non ha certo risparmiato il social network. Basti
pensare che nella scorsa estate, pochi giorni dopo il lancio della versione di
Facebook in mandarino, il sito venne sospettosamente bloccato dalle autorità.
Venne sbloccato successivamente, ma intanto molti utenti si erano già
disaffezionati. Facebook, inoltre, è nata come una rete per studenti
universitari: cosa che in Cina esisteva anche prima che il social network
prendesse piede nel mondo. Xiaonei è nata nel 2005 dall'università di Tsinghua
e oggi conta 15 milioni di utenti. Perciò non stupisce che, dopo Google,
Yahoo! e Youtube, anche Facebook debba ridimensionare le proprie mire
espansionistiche a Est. E, considerando i numeri dei portali locali, il
ridimensionamento degli obiettivi potrebbe essere già visto come un mezzo
successo. Ciò che fa paura davvero è il "flusso inverso": e se fossero i
giganti del web asiatico a provare l'espansione a occidente?

Ambiente - Italia, a rischio allagamento arco costiero nord-est

Sono a rischio allagamento almeno 33 aree
della costa italiana e a correrlo di piu' la parte nord orientale
della penisola in tutto l'arco costiero che partendo da Grado,
Marano e Venezia arriva fino a Ravenna.
E' quanto emerge da studi fatti nell'ambito del progetto Vector
del quale si parlera' domani all'Enea e dopodomani all'Universita'
di Roma "La Sapienza", nel corso del consueto Workshop annuale
del progetto. Vector, nato nel 2006 ed e' stato finanziato
nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerca 2001-2005, con
sette milioni di euro, da quattro Ministeri: Universita' e
Ricerca; Economia e Finanze; Ambiente e Tutela del Territorio e
del Mare e Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Il
progetto abbraccia sette linee di ricerca ed ha un organico di
oltre 400 ricercatori appartenenti a tutti i centri di ricerca
italiani e, in piu', puo' contare sulla collaborazione di una
trentina di universita'. Nella due giorni romana si
confronteranno, con competenze diverse, tutti gli scienziati
che presenteranno i risultati conseguiti nell'ultimo anno di
lavoro.
Vector e' anche l'unico progetto nazionale sui cambiamenti
climatici e ambiente che, oltre agli studi sulle criticita' delle
coste e dei mari italiani, prevede anche ricerche
sull'assorbimento naturale del carbonio da parte del mare, sul
cambiamento del clima e impatto sull' ambiente e su grandi e
piccoli ecosistemi , sull'inquinamento, ecc.
Una delle sette linee di ricerca riguarda, appunto, le
variazioni del livello dei mari italiani e il rischio allagamento
di alcuni tratti di costa , un rischio illustrato dai
ricercatori Enea in una mappa nella quale hanno individuato 33
aree a rischio allagamento. "Di queste 33 aree ne abbiamo
approfondite , per ora, cinque", anticipa ad Apcom Fabrizio
Antonioli dell'Enea , responsabile Nazionale del Progetto Vector.
"Si tratta di aree che si trovano in zone che si stanno
sollevando, quindi sono meno a rischio allagamento, che si
trovano sul versante ionico della Calabria e che comprendono
parecchi chilometri di costa; zone piu' a rischio, che si stanno
abbassando con tassi superiori a quelli previsti, che riguardano
la Laguna di Grado e Marano, vicino a Trieste, che si estendono
lungo la linea costiera per una quindicina di chilometri. E'
ovvio che al tasso di abbassamento registrato al momento che e' di
0.7 millimetri all'anno, va sommato l'innalzamento del mare
stimato di un millimetro all'anno . Un dato raddoppia il rischio
di queste aree , rispetto a quello di una zona stabile che e'
relativo alla sola crescita del mare di un millimetro l'anno".
Secondo Antonioli in pericolo sono anche la Piana dell'Ombrone ,
dove ci sono aree depresse per la bonifica della Maremma e piu' a
Sud, la Piana del Sele. Per queste zone dove non si registra
abbassamento tettonico, il rischio e' relativo unicamente al
futuro innalzamento del mare.
Nella mappa, ci sono poi le altre 28 aree per le quali esistono
solo dati preliminari e non sono stati fatti ancora studi
approfonditi, tra queste le zone piu' critiche si trovano tutte
nel Nord Italia e si localizzano da Est di Venezia, Grado e
Marano fino a Ravenna, qui si stanno verificando grandi
abbassamenti tettonici.
Nel centro Italia invece ad essere piu' esposte a rischio
allagamento sono la pianura della Versilia, la Pianura Pontina
e la Piana di Fondi che, per le bonifiche sono scese di molto
sotto il livello del mare . "Fondi, in particolare - spiega
ancora Antonioli - e' a meno tre millimetri sotto il livello del
mare. In queste zone se le idrovore finiscono di lavorare finisce
tutto sott'acqua".
Zone tenute fuori dall'acqua per le idrovore, il cui valore
economico, riferito anche a cio' che insiste su di loro, secondo
uno studio Enea, e' simile a quello che viene impiegato per
tenerle all'asciutto. "Naturalmente, tra 25,50, 100 anni -
conclude Antonioli - in considerazione dell'aumento dei livelli
del mare dovuti anche ai cambiamenti climatici, in queste zone
dovranno essere presi provvedimenti diversi, che non siano solo
le idrovore".

Presto possibile creare in provetta un dente completo

Creare in provetta un dente completo,
compreso di dentina e smalto, potrebbe diventare presto
possibile, grazie ad uno studio americano pubblicato oggi su
Proceedings of the National Academy of Sciences, nel quale
ricercatori del College of Pharmacy della Oregon State University
riferiscono di aver individuato il gene che fa crescere lo smalto
dei denti, quel rivestimento esterno duro e protettivo che
avvolge la corona (la porzione emersa del dente). Fino ad ora gli
scienziati nei loro tentativi non erano riusciti a far crescere
in laboratorio un dente completo di questa sostanza altamente
mineralizzata e si erano dovuti fermare alla sola parte interna.
Il gene in questione, si chiama Ctip2, un fattore di
trascrizione, che e' coinvolto in diverse funzioni: dalla risposta
immunitaria, allo sviluppo della pelle e dei nervi. Per
verificare se questo gene multifunzione regolava anche la
produzione degli ameloblasti, le cellule che secretano lo smalto
dentario, Chrissa Kioussi e colleghi hanno utilizzato embrioni
di topolini privati di Ctip2 ed hanno visto che pur formandosi
la radice e l'abbozzo del dente, cioe' la corona, non si formava
lo strato esterno e cioe' lo smalto.
"Aver identificato questo fattore di trascrizione per il
controllo della formazione e maturazione degli ameloblasti e
poterlo controllare, in associazione con la tecnologia delle
cellule staminali - spiega Kioussi - potrebbe portarci un giorno
alla possibilita' di creare artificialmente denti del tutto
funzionali."
Questa scoperta, inoltre, potrebbe essere usata, come hanno
auspicato gli autori della ricerca, per rinforzare lo smalto
dentario al fine di prevenire la formazione di carie ed evitare
di ricorrere alle fastidiose otturazioni; oppure per ripararlo
quando viene danneggiato dal fumo. Ma ci vorra' ancora molto
lavoro e molta ricerca per arrivare alle applicazioni sull'uomo.
"Ma quando tutto questo sara' possibile - conclude Kioussi - ci
sara' una trasformazione completa del concetto di salute dentale
".

Medicina - Presto nuovi test genetici prenatali per sindrome Down

Diverse aziende farmaceutiche stanno
sviluppando nuovi test prenatali per la sindrome di Down, con
l'obbiettivo di mettere a punto controlli piu' efficaci rispetto a
quelli attuali, utilizzati da circa meta' delle gestanti ma che
spesso danno risultati ambigui.
Come riporta il quotidiano statunitense The Washington Post
tuttavia i nuovi test - il primo dei quali dovrebbe essere
disponibile a partire dalla prossima primavera - hanno riaperto
le polemiche sul fatto che le autorita' sanitarie statunitensi non
richiedano alcuna prova dell'efficacia dei nuovi controlli prima
della loro messa in vendita.
In particolare, gli antiabortisti temono che le nuove tecnologie
incoraggino l'interruzione delle nascite (anche in presenza di
risposte non perfettamente affidabili), mentre i difensori dei
diritti dei disabili sottolineano come la diminuzione delle
persone affette dalla sindrome possa aggravare la discriminazione
esistente nei loro confronti.
I nuovi test si basano sulla possibilita' di isolare ed analizzare
materiale genetico proveniente dal feto ma che circola nel sangue
materno, come singole cellule o frammenti di Dna o Rna; un
sistema dunque non invasivo, al contrario dell'amniocentesi,
considerato il piu' affidabile ma anche il piu' rischioso e che non
puo' essere praticata prima del secondo trimestre di gravidanza.

Nucleare - Fisico: Con Parigi accordo inevitabile e necessario

"Un accordo inevitabile quello fatto con
i francesi", lo definisce cosi' Corrado Mencuccini del
Dipartimento di Energetica, Universita' di Roma "La Sapienza"
commentando il protocollo firmato oggi dal presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas
Sarkozy per lo sviluppo del nucleare in Italia. "Un accordo
necessario", non solo per raggiungere gli obiettivi europei in
materia di produzione di energia entro il 2020, ma perche' "il
produttore francese - spiega il professore - doveva avere per
forza di cose priorita' su altri, in particolare sull'americana
Westinghouse, perche' tra il nostro paese e la Francia esiste gia'
una collaborazione privilegiata".
In base all'accordo siglato oggi l'Italia acquistera' quattro
reattori EPR da 1.600 MW ciascuno che quando entreranno in
funzione copriranno il 20-25% del fabbisogno nazionale di energia
elettrica. Se tutto andra' secondo quanto stabilito il primo
potrebbe cominciare a fornire energia entro il 2020.
Secondo Mencuccini e' possibile realizzare centrali nucleari
entro sei sette anni con reattori termici di terza generazione
avanzata a massima sicurezza intrinseca. Macchine che pur avendo
un tipo di reattore di terza generazione in fatto di sicurezza si
collocano gia' nella quarta. Ma per la quarta generazione, i
cosiddetti reattori veloci autofertilizzanti, come il Phoenix che
funziona in Francia, secondo Mencuccini si dovra' attendere il
2040. "Ma e' chiaro, che non si puo' aspettare il 2040 - spiega
ancora lo scienziato - perche' le esigenze di approvvigionamento
di energia sono pressanti per cui dobbiamo cominciare ad operare
con la terza generazione avanzata".
In realta', spiega Mencuccini, l'Italia non si e' mai tirata
indietro del tutto dal nucleare, almeno all'estero. "Ha,
infatti, al suo attivo - spiega Mencuccini - diverse
partecipazioni nella costruzione di altri reattori: attraverso un
consorzio di industrie e universita', e' impegnata alla costruzione
di IRIS, della Westinghouse americana, un reattore di terza
generazione avanzata modulare, costituito da piccoli reattori che
si possono combinare in serie. Poi c'e' l'Ansaldo che partecipa
alla costruzione di AP 1000, un reattore americano della
Westinghouse. Questo ha fatto si' che non si perdessero le
competenze".
"Le competenze ci sono - ribadisce Mencuccini - e se li
costruiamo fuori dal paese, a maggior ragione li possiamo fare
anche in Italia. Cio' che e' importante e' attivare una campagna
permanente di informazione e sensibilizzazione sul nucleare per
le problematiche elettriche italiane; potenziare la ricerca sul
nucleare da fissione con partecipazione alla quarta generazione;
e, soprattutto, formulare un Pen, Piano Energetico Nazionale,
che mancando dagli anni 80 blocca qualsiasi iniziativa di peso.
Inoltre - sollecita - servono norme finalizzate a facilitare la
localizzazione di impianti nucleari per la produzione di
elettricita', ma anche per impianti a carbone o a gas".

Fotografato per la prima volta una rara specie di ghepardo

E' stato fotografato per la prima volta
una rara sottospecie di ghepardo asiatico (Acinonyx jubatus
venaticus), che vive nelle zone desertiche africane, chiamato
anche "cheetah", nome derivato dalla parola sanscrita "chitraka"
che significa "macchiato". E' stato possibile fotografarlo grazie
a "trappole fotografiche" corredate anche di macchine
all'infrarosso, in grado di riprendere immagini di notte,
piazzate strategicamente sui possibili percorsi battuti
dall'animale. Si tratta di un safari fotografico sperimentale
realizzato in Algeria, nel Sahara, nell'ambito di un progetto
coordinato dalla Societa' Zoologica di Londra (ZSL) e l'Office du
Parc National de l'Ahaggar (OPNA). Lo scopo e' quello identificare
e classificare le quattro differenti specie di ghepardo del
deserto.
Il ghepardo asiatico e' una specie a forte rischio di estinzione,
ne rimangono con certezza poche centinaia di esemplari ed e'
definito " membro atipico della famiglia dei felini" perche' va a
caccia di prede sfruttando la velocita' piuttosto che l'agguato o
le tattiche di gruppo. È, infatti, il piu' veloce di tutti gli
animali terrestri e puo' raggiungere velocita' fino ai 112
chilometri orari , con una accelerazione che toglie il fiato: da
0 a 100 km/h in poco piu' di tre secondi. Il suo habitat sono le
zone desertiche dell'Iran molto aperte dove c'e' disponibilita' di
cibo. In Africa, dove vive questa sottospecie di cheetah, e'
possibile trovarli in paesi come l'Algeria, il Togo, il Niger, il
Mali, il Benin, il Burkina Faso e il Sahara "Il "cheetah"
africano e' anch'esso in pericolo e non si sa ancora nulla sulla
popolazione sahariana", spiega Sarah Durant, ricercatrice al ZSL.
"Raccogliendo foto, documentazione e sulla base di ulteriori
ricerche - continua - speriamo di poter definire in modo
significativo la reale situazione in cui versa questa specie in
via di estinzione".
Secondo, Farid Belbachir, organizzatore della campagna
fotografica quella del ghepardo sahariano e' una rara e sfuggente
sottospecie la cui attuale popolazione potrebbe contare al
massimo 250 individui maturi. "Questo studio - afferma -
rappresenta una pietra miliare per stabilire il numero reale di
questa specie e conoscere meglio i loro movimenti e habitat".

23/02/09

Uomini e donne valutano in modo diverso un'opera d'arte. Le donne usano i due emisferi, gli uomini solo il destro

Gli uomini e le donne hanno un modo
diverso di apprezzare le opere d'arte ed usano rispettivamente
regioni diverse del cervello per valutarle. Lo affermano su
Proceedings of National Academy of Sciences, Francisco J. Ayala
e colleghi, Department of Ecology and Evolutionary Biology,
University of California a Irvine, Irvine, CA, che hanno
scoperto che i due sessi usano regioni diverse del cervello
quando, guardando un quadro o una scena, ne valutano la
bellezza. Le differenze, secondo i ricercatori, sono
probabilmente legate alle differenze, gia' note, relative al modo
in cui il cervello maschile e femminile processano anche le
informazioni spaziali.
Ayala e colleghi hanno visto che nel cervello femminile i neuroni
si attivano in ambedue gli emisferi quando una donna guarda e
valuta la bellezza di un' opera d'arte, mostrando anche la
presenza di un processamento spaziale; diversamente dal cervello
degli uomini che, impegnato nelle stesse operazioni, usa
esclusivamente l'emisfero destro.
Gli scienziati hanno esaminato l'attivita' cerebrale della
corteccia di 10 maschi e 10 femmine ai quali erano state mostrate
pitture e scene urbane ,sulle quali era stato chiesto di
esprimere un giudizio "bello" o "non bello". Invece di usare la
Risonanza Magnetica per Immagini i ricercatori hanno visualizzato
direttamente i campi magnetici prodotti dalle attivita' elettriche
presenti nei neuroni. In tutti e due i sessi si e' visto che
l'attivita' era piu' alta nel lobo parietale e raggiungeva un picco
tra i 300-900 millesecondi, subito dopo che erano state mostrate
le immagini. Il maggior tempo registrato dipenderebbe
dall'attivita' cerebrale relativa al giudizio, piuttosto che
all'immediata percezione.
Secondo Ayala questa differenza di genere nella valutazione del
bello sarebbe avvenuta dopo la separazione della specie umana da
quella dei primati, in quanto il lobo parietale si e' evoluto
maggiormente proprio dopo questa separazione.

Spazio - Parte Kepler, in cerca di pianeti come la Terra. Fara' anche un catalogo dei diversi tipi di esopianeti osservati

Cercare un'altra Terra. E' questa la
missione di Kepler , l' osservatorio orbitante della Nasa che
partira' da Cape Canaveral a bordo di un razzo Delta II alle 10.48
del 5 marzo. Il nome attribuito al satellite-osservatorio e'
rievocativo : quattrocento anni fa, nel 1609 Keplero, l'astronomo
polacco affermava, infatti, per la prima volta nell""Astronomia
Nova", che le orbite dei pianeti sono ellittiche ponendo le basi
delle future "strade"planetarie percorse dai satelliti.
Altre Terre, nascoste nel buio dell'Universo, in orbita intorno
ad altre stelle, che verranno ostinatamente cercate per tre
anni e mezzo dal potente telescopio installato a bordo di Kepler,
di 95 cm di diametro e capace di inquadrare un campo piuttosto
grande, pari a 105 gradi quadrati di cielo. Lo strumento puo'
rilevare anche le sorgenti di luce piu' deboli e l'offuscamento
periodico di una stella causato dal passaggio di un pianeta. Le
probabilita' di trovare pianeti rocciosi potrebbero essere alte,
dato che sono almeno centomila le stelle che verranno studiate
da Kepler.
"Kepler - ha detto Debra Fisher della San Francisco State
University - e' una pietra miliare della ricerca astronomica per
capire che tipi di pianeti si sono formati intorno alle stelle .
Quello che scopriremo sara' usato per studiare l'atmosfera dei
grandi esopianeti gassosi visti dal telescopio spaziale Spitzer
e con i dati acquisiti sara' possibile fare una statistica dei
pianeti che si trovano in zone abitabili in considerazione della
loro temperatura e posizione rispetto alla loro stella madre. "
Fino ad ora sono stati individuati direttamente, pochi, e
indirettamente quasi 350 pianeti esterni al Sistema Solare e il
loro numero e' destinato a crescere, grazie a tecniche come
l'interferometria ad alta risoluzione che lavora nella banda
dell'infrarosso e agli strumenti a bordo dei satelliti, sempre
piu' raffinati in grado di rilevare oggetti lontanissimi o delle
dimensioni simili a quelle del nostro pianeta che orbitano
intorno ad altri soli.
"Kepler" sembra essere il satellite giusto per riuscire in
questa difficile impresa ed oltre a cercare ed osservare piccole
Terre, fara' un catalogo dei vari tipi di pianeti, gassosi,
rocciosi, grandi, piccoli registrandone l'orbita e la posizione
rispetto alla loro stella . Ora la Nasa sta preparando un altro
satellite ancora piu' raffinato, il "Terrestrial Finder Planet",
che finira' di fare il lavoro che "Kepler" potrebbe non riuscire
a fare.

Nucleare - Che cosa e' un reattore Ap 1000 - scheda. Ansaldo Nucleare collabora alla sua realizzazione

I reattori Ap 1000 sono leggermente piu'
piccoli di taglia rispetto agli omologhi francesi con 1.154
Megawatt di potenza. Sono stati progettati e messi a punto dalla
Westinghouse-Toshiba. Alla realizzazione del reattore Ap 1000
contribuisce anche Ansaldo Nucleare in particolare nella
realizzazione dell'involucro di contenimento e nella
progettazione ingegneristica dell'impianto.
Tecnicamente gli Ap 1000 vengono definiti reattori di terza
generazione avanzata, perche' oltre alla ridondanza dei sistemi di
sicurezza tipica dei reattori di terza generazione, introducono
anche soluzioni piu' avanzate tipiche degli impianti di quarta
generazione come, per esempio i sistemi di sicurezza passivi che
scattano sulla base di principi fisici senza la necessita' di far
affidamento a parti meccaniche - come le pompe refrigeranti - o
l'intervento dell'uomo.
Attualmente sono in corso di realizzazione alcuni esemplari di Ap
1000 nel mondo. In particolare quattro sono in costruzione in
Cina (due a Snamen e uno a Hayjang) mentre negli Stati Uniti sono
in corso di autorizzazione dodici diverse richieste di
costruzione. Gli Ap 1000 sono destinati ad avere una parte
importante anche in Europa. E.oN, per esempio punta proprio sulla
tecnologia Westinghouse per le centrali che dovrebbe iniziare a
costruire in Gran Bretagna.

Nucleare - Impianto di terza generazione, sono tre in costruzione nel mondo

I reattori EPR, acronimo di European
Pressurized Reactor, sono uno dei principali modelli esistenti di
reattori nucleari di terza generazione. Si tratta di reattori di
grande potenza (fino a 1600 Megawatt) che rappresentano una
evoluzione tecnologica dei precedenti reattori a ad acqua leggera
installati in Francia. Il reattore Epr e' stato sviluppato da
Areva in collaborazione con Siemens. Diversi altri reattori
saranno costruiti in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in India.
Fino ad oggi nessuno di questi reattori e' entrato in funzione.
Sono tre i reattori di questo tipo in costruzione: uno in
Finlandia ad Olkiluoto, uno in Francia a Flamanville, e uno in
Cina a Taishan.
Principale caratteristica di questo tipo di reattori e' la
"ridondanza" dei sistemi di sicurezza e il completo isolamento -
attraverso un doppio sistema di acciaio e cemento armato spesso
fino a 2,6 metri - del nocciolo del reattore che e' stato
concepito per contenere all'interno della centrale eventuali
fughe derivanti da "eventi severi". L'aumento dei sistemi di
sicurezza ha una diretta incidenza sui costi dell'impianto che si
aggirano intorno ai 4-5 miliardi di euro per ogni singolo
reattore. Tuttavia il prolungamento della vita operativa del
singolo impianto, che arriva a 60 anni e l'alta potenza istallata
fanno si che gli altii costi di produzione vengano poi compensati
abbondantemente nel tempo.

Skill Games - Partnership tra Cogetech e GameAccount. L'accordo amplia la gamma dei giochi di abilita' a distanza

Cogetech SpA ha sottoscritto una
partnership con GameAccount Global Ltd, per la fornitura dei
giochi di abilita' sul sito mistertoto.it. L'accordo consentira'
all'Azienda di ampliare la gamma di skill games disponibili e di
offrire ai propri clienti anche il black jack, il poker con dadi,
il gin rummy e il backgammon. L'offerta multi prodotto sara',
inoltre, arricchita da un ritorno al made in Italy con i giochi
della briscola e del tresette.
"Siamo entusiasti e molto fiduciosi di questa nuova partnership
che, ancora una volta, puo' contare su un network di primo
livello, indispensabile per il successo del prodotto. Con la sua
ampia libreria di giochi GameAccount e' senza dubbio uno dei
migliori operatori mondiali negli skill games" dichiara Fabio
Schiavolin, Amministratore Delegato di Cogetech SpA.
"Siamo fiduciosi che i nostri sofisticati giochi d'abilita' e
tornei interesseranno moltissimo i clienti di mistertoto.it e
diventeranno anche la scelta naturale della loro rete di
affiliazione. Cogetech e' uno dei principali operatori di servizi
nel mercato regolarizzato italiano per le scommesse a distanza e
siamo sicuri che la nostra accurata scelta di partner risultera'
in ulteriore partecipazione da parte di altri membri alla nostra
rete di giochi d'abilita' italiana, a fianco di Snai SpA ed
Eurobet Italia Srl", afferma Dermot Smurfit, responsabile delle
operazioni di GameAccount.

Salute - Al via a Roma il congresso mondiale sulle malattie rare. Europlan elaborera' raccomandazioni per ricerca e farmaci orfani

Si e' paerto oggi a Roma il Congresso
Mondiale sulle Malattie Rare e i Farmaci Orfani organizzato
dall'International Conference for Rare Disease and Orphan Drugs
(ICORD. Il congresso anticipa di poco la Giornata Mondiale di
sensibilizzazione sulle Malattie Rare che ricorre il 28 febbraio.
All'incontro, che si svolge all'Istituto Superiore di Sanita',
partecipano ricercatori, medici, responsabili di sanita' pubblica,
industrie farmaceutiche e associazioni di pazienti, provenienti
da tutto il mondo, ciascuno portera' il proprio contributo. Lo
scopo e' fare il punto della situazione in tema di ricerca
scientifica e di iniziative di sanita' pubblica nell'ambito,
appunto, delle malattie rare.
Gia' oggi sono state poste le basi di un importante documento,
sostenuto anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanita', "Rare
Diseases: an International Public Health Priority". Poi, tra le
varie sessioni, ve ne sara' una dedicata ad Europlan - European
Project for Rare Diseases National Plans Development - per
l'elaborazione di raccomandazioni sui vari Piani Nazionali
deputati alla ricerca sulle malattie rare e al conseguente
sviluppo dei farmaci orfani.
Tanti gli argomenti sul tappeto: dalle proposte su come superare
la frammentazione delle ricerche scientifiche rafforzando la
collaborazione internazionale, alle strategie per giungere
tempestivamente a diagnosi certe, dal rafforzamento della
cooperazione a livello regolatorio riguardante i farmaci orfani
all'analisi delle esperienze maturate in diversi Paesi fino al
nuovo ruolo assunto dalle associazioni dei pazienti. Si parlera'
dell'utilita' dei test genetici e del controllo esterno di qualita'
esercitato dal CNMR dell'ISS, delle esperienze di medicina
narrativa e dei network per promuovere l'informazione sulle
malattie rare, delle problematiche caratteristiche di ciascuna
patologia e di cio' che invece le accomuna, di Teddy (la Task
Force europea per la messa a punto di farmaci per i giovani, che
prevede anche un'area di ricerca dedicata ai farmaci orfani) e di
varie altre analoghe iniziative intraprese in tutti i continenti
a favore dei pazienti con malattia rara.

Solare - 'Rivoluzione' nei sistemi a concentrazione made in Canada. Guida ottica di Morgan Solar che concentra luce fino a 1400 soli

La canadese Morgan Solar
inventa la 'Light-guide Solar Optic' (LSO), una piccola
rivoluzione nel solare a concentrazione (CSP-Concentrating Solar
Power). Si tratta di una guida ottica per la luce solare in grado
di catturare e trasportare i raggi luminosi concentrandoli fino a
1400 soli.
La sottile struttura in acrilico riceve il fascio luminoso in
entrata ad una concentrazione di 50 soli e lo amplifica di 1000
soli, con qualsiasi angolo di incidenza.
Molti analisti ritengono che i sistemi a concentrazione solare
rappresentino il futuro del fotovolatico, la nuova frontiera. I
CSP convertono l'energia solare in energia termica, sfruttando la
riflessione dei raggi solari ottenuta attraverso superfici
riflettenti su un ricevitore di dimensioni contenute.
Nel ritrovato Morgan Solar, le celle solari multistrato sono
direttamente a contatto con il centro della guida, mentre nei
sistemi tradizionali c'e' una distanza tra dispositivo
fotovoltaico e concentratore.
Le guide ottiche hanno dimensioni e forma simili ad una custodia
cd di soli 5 millimetri di spessore. La societa' canadese intende
immettere sul mercato il nuovo prodotto entro i primi mesi del
2010.

22/02/09

CLIMA: WWF, G8 E' OCCASIONE PER LEADERSHIP ITALIANA

''Il G8 e' un'occasione per l'Italia
di dimostrare di avere una capacita' internazionale di
leadership, anche in tema di lotta ai cambiamenti climatici''.
Lo ha detto Maria Grazia Midulla, responsabile clima ed energia
del Wwf, a margine di un incontro, organizzato dall'Aspen
Institute sul capitalismo sostenibile.
Quella dei cambiamenti climatici e' una 'crisi', secondo
Midulla, ''interconnessa con le altre crisi, finanziaria ed
energetica - ha aggiunto - e puo' rappresentare una base per
risolverle''.
Dal vertice della Maddalena, la responsabile del Wwf si
aspetta che la presidenza italiana assuma una ''leadership
internazionale su questo tema - ha spiegato - ma per far questo
e' necessario un salto di qualita' nel dibattito politico, per
il momento ancora troppo chiuso nella realta' italiana''.

TUMORE:SENO,IN 20 ANNI CAMBIATO VOLTO,CAUSA STILI VITA

Il tumore al seno ha cambiato volto,
complici gli stili di vita delle donne, che oggi hanno figli
dopo i 30 e hanno molti piu' problemi di sovrappeso; prevalgono
oggi i tumori ormone-dipendenti positivi al recettore per gli
estrogeni e quelli a crescita lenta.
E' quanto evidenziato da uno studio pubblicato sul British
Journal of Cancer da Sylvia Brown del Crosshouse Hospital di
Ayrshire. Ma il cambiamento della biologia di questo cancro
potrebbe anche essere un riflesso del miglioramento della
diagnosi.
Secondo dati dell'associazione italiana ricerca sul cancro
(Airc) il tumore del seno colpisce 1 donna su 10; e' il cancro
piu' frequente nel sesso femminile e rappresenta il 25 per cento
di tutti i tumori che colpiscono le donne.
L'esperta ha confrontato dati relativi a 420 campioni di
cancro raccolti tra 1984-1986 e 653 dal 1996 al 1997 nei piu'
grandi ospedali di Glasgow. Risultano in aumento quelli
dipendenti dal recettore degli ormoni estrogeni (erano il 64,2%
negli anni '80, dieci anni dopo sono divenuti il 71,5% di tutti
i carcinomi mammari), la forma curabile con la terapia ormonale
come il tamoxifene che previene le recidive. E un numero
crescente di casi diagnosticati sono di grado uno, cioe' a
crescita lenta mentre prima predominavano quelli a crescita
rapida. Invece nello stesso lasso di tempo non si e' registrato
nessun cambiamento per i tumori con positivita' al recettore
Her2 o progesterone-dipendenti.
Secondo l'esperta a favorire l'aumento della frequenza del
cancro positivo al recettore per gli estrogeni sono soprattutti
i nuovi stili di vita della donna occidentale: sul banco degli
imputati finiscono la scelta di affrontare la maternita' tardi,
il sovrappeso dilagante e anche le terapie ormonali sostitutive
in menopausa. Tutte queste condizioni favorirebbero l'insorgenza
di tumori ormone dipendenti, ha concluso l'esperta,
sottolineando che questa 'virata' nella biologia del cancro al
seno va presa in seria considerazione per riorientare le nuove
ricerche oncologiche per questa malattia.
''Anche in Italia da anni sono stati condotti studi che hanno
messo in risalto questa tendenza'', ha commentato Pierfranco
Conte, oncologo dell'universita' di Modena. ''In particolare
sono sempre piu' solide le evidenze sull'influenza degli stili
di vita come dieta (eccesso di grassi animali), attivita' fisica
( riduzione del movimento) e uso di terapia ormonale sostitutiva
in post menopausa e aumento di tumori ormonodipendenti, che sono
a crescita piu' lenta. Dati analogi dicono inoltre che questi
stessi indicatori condizionano non solo il rischio di ammalarsi
ma anche la ripresa della malattia in coloro che hanno gia'
avuto il tumore''.

21/02/09

AUTO:DA INCENTIVI RISPARMI FINO 46%,METANO PIU'SCONTATO

Grazie ai nuovi incentivi, chi si
accinge a comprare un'auto nuova rottamando quella vecchia e
scegliendo un'alimentazione 'pulita' (metano, gpl, ibrida o
elettrica) puo' ottenere sconti fino al 46% del prezzo di
listino e risparmiare fino a 7.600 euro. A fare i calcoli su
quanto si risparmia comprando un'auto con i nuovi incentivi e'
il Centro Studi Promotor (Csp). In particolare con i nuovi
incentivi - dichiara all'Ansa Gian Primo Quagliano, direttore
del Centro Studi Promotor - si sono create condizioni
eccezionalmente favorevoli per gli autoveicoli a gas, e
soprattutto per quelli a metano. Ad esempio, cumulando gli
incentivi alla rottamazione con quelli per le auto ecologiche e
con gli sconti normalmente concessi dai concessionari, una
vettura a benzina e metano come la Fiat Panda 1.2 Dynamic
Natural Power si puo' acquistare con uno sconto di 6.400 euro,
pari a -46% sul prezzo di listino (13.910 euro).
Anche secondo Piero Mocarelli, vicepresidente di Federaicpa
(la Federazione dei concessionari), la ripresa della domanda
segnalatasi gia' nelle tre settimane dall' avvio degli incentivi
''e' dovuto al grosso appeal economico dettato dalle
ecomotorizzazioni a metano e gpl''. Fiat, peraltro, che offre
una vasta gamma incentrata su metano e gpl, sta gia' gia' avendo
riscontri positivi e ha sospeso la cassa integrazione
programmata a marzo per 8.200 lavoratori a Melfi, Termini
Imerese e Mirafiori.
Nel caso della Fiat Panda 1.2 Dynamic Natural Power il
maxisconto si determina dai 3.500 euro degli incentivi
all'acquisto di auto a metano con emissioni di CO2 minori di 120
g/km uniti ai 1.500 euro di incentivi alla rottamazione e altri
1.400 euro che corrispondono al 10% di sconto mediamente
concesso dal concessionario.
Un po' meno conveniente - aggiunge Csp - ma pur sempre
conveniente e' la situazione per le auto a gpl. Se consideriamo
una Renault Clio Storia 1.2 Gpl Confort omologata a benzina e
gpl dalla casa, il risparmio sul prezzo di listino, che e' di
13.150 euro, puo' essere del 33% ed avere quindi una consistenza
di 4.300 euro, di cui 1.500 per gli incentivi concessi alle auto
alimentate a gpl con emissioni di CO2 superiori a 120 g/km,
altri 1.500 per gli incentivi alla rottamazione e 1.300 euro per
l'eventuale sconto praticato dal concessionario. Per le auto a
gas, a queste condizioni d'acquisto veramente accattivanti si
sommano i risparmi che si ottengono facendo il pieno. Basti
pensare che, prendendo in considerazione un modello che ha
versioni alimentate sia a benzina, che a gasolio, che a gas,
come la Citroën C3, con 10 euro di carburante si percorrono 241
km con il metano, 222 con il gpl, 214 con il gasolio e 144 con
la benzina. Ottime condizioni di acquisto anche per le vetture
ibride, come la Toyota Prius 1.5 e la Honda Civic Hybrid 1.3,
che si possono acquistare risparmiando il 30% (sconto di 7.500
euro).
Anche per le vetture che non possono beneficiare dei bonus
per le auto ecologiche, il solo ricorso agli incentivi alla
rottamazione e l'ottenimento dello sconto d'uso da parte del
concessionario puo' portare a risparmi che mediamente possono
aggirarsi intorno al 18/20%. Condizioni molto favorevoli,
infine, anche per l'acquisto con rottamazione di veicoli
commerciali. Per un mezzo omologato a benzina e metano come il
Piaggio Porter Green Power, cumulando sconti e bonus, il
risparmio arriva a 8.700 euro, pari al 39% del prezzo di
listino, mentre se il veicolo beneficia soltanto degli incentivi
alla rottamazione, lo sconto puo' arrivare al 20/22%, come
avviene per il Volkswagen Caddy 2.0 Tdi DPF, che, con un prezzo
di listino di 21.261 euro, si puo' acquistare con un risparmio
di 4.600 euro.

RICERCA:NUOVE NANO-MOLECOLE PER MEMORIZZAZIONE MAGNETICA CD

Una nuova tecnologia a base
molecolare studiata e sviluppata da ricercatori dell'Universita'
di Modena e Reggio Emilia, dell'Universita' di Firenze e
dell'Universite' Pierre et Marie Curie di Parigi potrebbe presto
consentire di migliorare di oltre mille volte le prestazioni dei
materiali usati per la memorizzazione magnetica. La scoperta si
basa su nano-molecole contenenti ferro; i risultati dello studio
sono stati pubblicati sulla versione online della rivista
internazionale 'Nature Materials'.
''Senza quasi accorgercene - spiega il prof.Andrea Cornia,
dell'Universita' di Modena e Reggio - utilizziamo ogni giorno
molti materiali magnetici. Sono ben nascosti all'interno delle
nostre auto, come componenti insostituibili di trasformatori,
elettromagneti, motori elettrici, generatori e altri
dispositivi. I gadget che consentono di fissare fogli e
promemoria a pareti metalliche contengono un piccolo magnete
permanente, che troviamo pure all'interno di cuffie,
altoparlanti e microfoni. Infine, e' in un sottile strato di
materiale magnetico che vengono scritti e prontamente recuperati
i dati sui dischi rigidi (hard disk) dei nostri computer''.
''Negli ultimi due anni - continua - siamo riusciti a sviluppare
nuove nano-molecole a base di ferro con struttura estremamente
stabile. Con i colleghi fiorentini e ricercatori dell'
Universite' Pierre et Marie Curie di Parigi abbiamo finalmente
dimostrato che un singolo strato di nano-molecole magnetiche
depositate su una superficie metallica mostra un effetto
memoria. Cio' avviene per ora soltanto a temperature molto basse
e l'informazione persiste per tempi assai brevi''.
La messa a punto di questa tecnologia a base molecolare
potrebbe consentire di raggiungere in un prossimo futuro
densita' di scrittura cosi' alte da permettere, ad esempio, di
salvare il contenuto di oltre 5000 Cd su un'area di appena un
centimetro quadrato, quando con le attuali tecnologie
disponibili il risultato e' mille volte inferiore.

BIOLOGIA: TRA ANALISI POLIZIA SOLO DNA A PROVA ERRORE

Una brutta notizia per gli
investigatori e buona per gli indagati: secondo uno studio le
analisi usate dalla polizia scientifica, rese famose da telefilm
come 'Ris, delitti imperfetti' o 'Csi', come quella delle
macchie di sangue o dall'impronta del morso, non sono
completamente affidabili. L'unico a prova di errore e' il test
del dna.
Lo sostiene, come riporta la rivista 'New Scientist', un
rapporto dell'Accademia nazionale di scienze degli Stati Uniti,
che sollecita nuove ricerche per valutare la validita' di queste
procedure.
Negli ultimi anni infatti, diversi proscioglimenti hanno
mostrato le trappole del fare troppo affidamento sulla medicina
forense. Come e' accaduto il mese scorso negli Usa con il caso
Steven Barnes, scarcerato dopo aver scontato 20 anni per una
rapina e un omicidio in un liceo commessi nel 1985. Determinante
per la sua condanna e' stato la 'testimonianza' che la terra
sugli pneumatici del suo camion era simile a quella trovata
sulla scena del crimine, e che un'impronta trovata fuori sul
camion corrispondeva al disegno dei jeans indossati dalla
vittima quando e' stata uccisa. Ma il dna lo ha poi scagionato.
Di particolare preoccupazione, secondo il rapporto, e' l'uso
di metodi comparativi come l'analisi dei capelli o delle
impronte digitali, che vengono abbinate ad una parte di prova di
una certa persona, arma o posto. ''Con l'eccezione dell'analisi
del dna nucleare, nessun metodo di medicina scientifica si e'
rivelato cosi' consistente e con un alto grado di certezza da
essere scevro da errori''.
Molti scienziati forensi hanno apprezzato le conclusioni del
rapporto. ''Penso che arrivi in ritardo - commenta Michael
Baden, capo del reparto di patologia forense della polizia di
New York, che si e' occupato anche delle morti di Sid Vicious,
John Belushi e del processo di O.J.Simpson - e ci fa riflettere
su alcune delle ragioni del perche' cosi' tanti innocenti sono
stati condannati in questo Paese''.
Concorda con i risultati del rapporto statunitense il
professor Vincenzo Pascali, direttore dell'Istituto di medicina
legale dell'universita' Cattolica. ''Molti metodi attuati nelle
indagini, comprese le impronte digitali, hanno un grado di
opinabilita', mentre il test del dna, che e' diventato il vero
punto di riferimento, ha introdotto dati qualitativi e
quantitativi molto solidi. Progressi dal punto di vista
statistico - continua Pascali - sono stati fatti grazie ai
numerosi dati merceologici messi a disposizione dalle industrie
i quali permettono di confrontare residui di tessuti o altri
elementi trovati sulla scena del crimine con i relativi dati di
produzione di una data sostanza''.

20/02/09

GERMANIA: INAUGURATA NUOVA STAZIONE RICERCA IN ANTARTICO

BERLINO - Il governo tedesco ha inaugurato
oggi un nuovo centro di ricerca della Germania nella regione
antartica del Dronning Maud Land.
Si tratta della stazione Neumayer III, un gigante da 2.300
tonnellate costato 40 milioni di euro in grado di ospitare fino
a 40 scienziati.
La cerimonia di inaugurazione e' avvenuta a Berlino, in
collegamento video con la nuova stazione a 13.758 km di
distanza.
Questo e' ''un grande giorno per le attivita' di ricerca polare
della Germania'', ha commentato la ministra per la Ricerca,
Annette Schavan. ''I dati prodotti dal lavoro degli scienziati
contribuiranno a tracciare il giusto corso della politica
ambientale'', ha aggiunto.
Neumayer III si concentrera' sulle ricerche relative al
cambiamento climatico e, in particolare, all'innalzamento dei
mari.

CILE: VULCANO CHAITEN TORNA A RUGGIRE, E' ALLARME ROSSO

SANTIAGO DEL CILE - Un pennacchio di fumo
alto 8 km, nuvole di ceneri, una cinquantina di scosse al giorno
di diversa intensita': e' il panorama che si presenta nell'area
del vulcano Chaiten, 1400 km a sud di Santiago, che da
mercoledi' ha ripreso una forte attivita'.
L'Ufficio di geologia e risorse minerarie del Cile ha stamani
decretato ''l'allarme rosso'' nell'area.
Il vulcano ha infatti espulso una grande quantita' di ceneri
e di vapore d'acqua, con un pennacchio che ha raggiunto gli 8 km
di altezza, mentre la responsabile della protezione civile,
Carmen Fernandez, ha definito ''critica'' la situazione.
''Ormai da due mesi il vulcano e' in una fase di collassi
delle falde'', che si trovano in una situazione di forte
''instabilita' a causa della crescita del domo del vulcano''
(formazione rocciosa a forma di cupula, ndr.), ha d'altra parte
detto all'ANSA il vulcanologo Jorge Munoz, precisando che per
ora e' molto difficile dire come evolvera' la situazione.
Munoz ha comunque indicato tre possibili scenari: l'attivita'
vulcanica potrebbe diminuire, oppure ci potrebbe essere un
processo eruttivo di tipo esplosivo come quello verificatosi
nelle prime settimane dello scorso maggio. C'e' una terza
possibilita', e cioe' che l'attivita' del vulcano si stabilizzi
ai livelli attuali, con esplosioni ricorrenti, espulsione di
ceneri e lava in movimento.
Secondo la Fernandez, proprio ''il crollo della falda sud del
vulcano ha modificato la situazione, visto che il fango
vulcanico, mescolato alle rocce e alla lava, si sta dirigendo
verso il villaggio di Chaiten''.
Proprio a Chaiten, hanno sottolineato oggi i media locali, ci
sono state tensioni fra le autorita' e la popolazione locale,
che non vuol saperne di abbandonare le proprie abitazioni, come
chiede invece la protezione civile e altri organismi.
''Non permetteremo che rimangano sul posto, qui c'e' gente
che vuole immolarsi oppure fare un suicidio collettivo: ad avere
la responsabilita' della situazione e' il governo'', ha
precisato il capo gabinetto del governo di Michelle Bachelet,
Francisco Vidal.
A non voler abbandonare la propria casa ci sono in
particolare una cinquantina di persone, tra le quali 12-13
minori, ha aggiunto Vidal.

SPAZIO: 600 MLN EURO COSTO PER 2/A GENERAZIONE COSMO SKYMED

Costera' 600 milioni di euro
stanziata da Agenzia spaziale italiana (Asi) e ministero della
Difesa, la seconda generazione dei satelliti Cosmo SkyMed. Lo ha
detto il commissario straordinario dell'Asi, Enrico Saggese,
intervenuto alla presentazione del libro sul sistema Cosmo
SkyMed di Anacleto Mocci e Ruggero Stanglini che si e' tenuta
nella sede dell'Asi.
Il progetto prevede la realizzazione di due satelliti Cosmo
SkyMed e la messa in orbita il primo tra il 2014-15 e il secondo
entro il 2020.
Tales Alenia Space sta gia' preparando le proposte da
presentare all'Asi per lo sviluppo dei satelliti. ''Punteremo su
una maggiore innovazione tecnologica'' ha dichiarato Sandro
Fagioli responsabile del programma Cosmo SkyMed per Tales Alenia
Space.
Il progetto della seconda generazione del programma Cosmo, ha
spiegato Saggese, sara' il contributo italiano al sistema di
osservazione della terra Musis. ''Un progetto di osservazione
della terra militare - ha proseguito Saggese - al quale l'Italia
intende dare un contributo duale, con applicazioni anche
civili''. Il progetto Musis riunisce sei Paesi europei: Italia,
Francia, Grecia, Spagna, Belgio e Germania
.

19/02/09

Spazio - Fermi fotografa supercatastrofe a 12 miliardi anni luce

Una "supercatastrofe" avvenuta nel cosmo
a 12 miliardi di anni luce dalla Terra, e' stata fotografata dal
satellite Fermi. Il satellite lanciato lo scorso 11 giugno dalla
base di Cape Canaveral e' frutto di una collaborazione
internazionale, nell'ambito della quale l'Italia ha dato un
contributo fondamentale con la partecipazione dell'Agenzia
Spaziale Italiana (Asi), dell'Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare, sezioni di Trieste e Padova (Infn) e dell'Istituto
Nazionale di Astrofisica (Inaf). Fermi, avrebbe registrato il 16
settembre 2008 l'eco della piu' potente esplosione mai avvenuta,
a memoria d'uomo, nell'Universo: si tratta di un lampo gamma di
altissima energia , un Gamma Ray Burst, (GRB) prodotto da una
catastrofe cosmica.
La rivelazione di questo potentissimo lampo gamma, sprigionato
dal collasso di una stella e dalla conseguente formazione di un
buco nero, e' stato possibile, riferiscono i ricercatori
sull'ultimo numero di Science, grazie al "cuore", tutto
italiano, del satellite Fermi: il rivelatore di fotoni gamma LAT
(Large Area Telescope) e' stato, infatti, progettato e assemblato
nei laboratori di Pisa dell'INFN ed e' coadiuvato dal secondo
strumento di bordo il GBM (Gamma-ray Burst Monitor).
Il lampo gamma rivelato da Fermi, noto come GRB 080916C, e' il
terzo evento visto quel giorno da tutta la flotta dei satelliti X
e gamma operativi nel cielo, ed e' stato emesso da una remota
galassia a piu' di 12 miliardi di anni luce dalla Terra, come il
prodotto di un rapidissimo e violento collasso. "Un getto di
materia altamente ionizzato si e' propagato nel cosmo a una
velocita' prossima a quella della luce - spiega Ronaldo
Bellazzini, responsabile dell'esperimento Fermi per l'INFN - la
velocita' raggiunta dal plasma di materia ad altissima temperatura
e' paragonabile a quella che sara' raggiunta dai protoni
all'interno dell'anello di LHC, il super acceleratore al Cern di
Ginevra. Ma con una differenza: nel caso del GRB avvistato da
Fermi a essere accelerata tutta insieme a una velocita' non
inferiore al 99,9999 per cento di quella della luce, non sono
stati pacchetti di particelle sub-atomiche, come accade negli
acceleratori, ma una enorme quantita' di materia".
Per un paio di minuti, secondo Bellazzini, il lampo e' stato piu'
luminoso non solo di qualsiasi altra sorgente, ma anche dello
stesso Universo, visto nella banda dei raggi gamma. Alla fine di
questa attivita' che e' durata qualche minuto, la sorgente si e'
spenta lasciando solo una debolissima eco (afterglow) che per
alcuni giorni e' stata rivelabile solo dai piu' sensibili telescopi
terrestri e spaziali.
Come riferiscono nel loro studio i ricercatori, gli strumenti,
il rivelatore del LAT e il GBM, hanno registrato l'arrivo dei
fotoni gamma con una precisione senza precedenti, in un
intervallo di energia amplissimo: il fotone piu' energetico
registrato dal LAT ha un'energia oltre un milione di volte
maggiore rispetto a quello meno energetico, registrato dal GBM.
Questi dati hanno permesso di far emergere alcuni aspetti
sorprendenti e altri misteriosi di questa sorgente di radiazione
gamma in evoluzione.
"Un ritardo di 5 secondi su un viaggio di 12 miliardi di anni puo'
sembrare insignificante - spiega Patrizia Caraveo, responsabile
di Fermi per l'INAF - invece e' un dato importante che si sta
rivelando una caratteristica comune dei lampi gamma. Anche AGILE,
che ha mancato questo GRB perche' si trovava dietro la Terra, ha
registrato un comportamento simile per GRB 080514B. E' la prova
che i fotoni gamma vengono prodotti in zone diverse della
sorgente, oppure che fanno piu' fatica a farsi strada".
Questo ritardo potra' trovare spiegazione appellandosi a fenomeni
astrofisici conosciuti oppure, spiegano gli scienziati su
Science, occorrera', forse, invocare teorie molto piu' esotiche e
rivoluzionarie come la Gravita' Quantistica. E' probabile che sia
necessario attendere che altri lampi con caratteristiche analoghe
a questo siano misurati per poter portare la discussione su di un
terreno solido e condiviso. "E' per questo motivo - commenta
Paolo Giommi, responsabile del Science Data Center dell'Asi -
'che gia' da tempo sono attive, 24 ore su 24, delle squadre di
ricercatori internazionali che hanno il compito di cogliere e
analizzare in tempo quasi reale questi eventi. Questo permette di
allertare nel piu' breve tempo possibile i telescopi che possono
essere puntati rapidamente nella direzione di queste esplosioni,
aggiungendo informazioni preziose per la comprensione di questi
fenomeni. Proprio due giorni fa (17 febbraio) Fermi ha scoperto
un nuovo evento (GRB 090217) che potrebbe essere molto simile a
GRB 080916C. Grazie a questo efficiente sistema di allerta e'
stato possibile seguire anche questa nuova esplosione cosmica con
diversi osservatori sia da terra che dallo spazio".

Fisica - A Paolo De Bernardis prestigioso premio Dan David

Roma - Paolo De Bernardis, professore di
astrofisica dell'Universita' La Sapienza di Roma, responsabile
dell'esperimento BOOMERANG dell'Agenzia Spaziale Italiana, ha
vinto il premio Dan David, prestigioso riconoscimento assegnato
ogni anno dalla fondazione Dan David (ospitata dall'Universita' di
Tel Aviv) alle personalita' che si sono distinte in campo
scientifico, tecnologico o umanitario.
Durante il primo volo antartico del 1998, ripetuto e migliorato
nel 2003, i palloni stratosferici dell'esperimento BOOMERANG
misurarono la radiazione cosmica di fondo ricavando una
"fotografia" dei primi istanti di vita dell'Universo, stimando
con una accuratezza mai raggiunta prima la densita' totale di
massa ed energia del cosmo. Indirettamente, l'esperimento forni'
la prova che l'Universo sta accelerando. Risultati di grande
importanza per la cosmologia, come per la fisica fondamentale,
che nel 2000 conquistarono la copertina della rivista britannica
Nature. De Bernardis divide il premio (pari a un milione di
dollari) con i due statunitensi Paul Richards della University
of California di Berkeley e a Andrew Lange del California
Institute of Technology di Pasadena.
La cerimonia di premiazione avverra' luogo il 17 maggio a Tel
Aviv, alla presenza del Presidente Israeliano. Nelle altre
categorie saranno premiati Tony Blair, ex premier del Regno Unito
e attualmente rappresentante del Quartetto dei mediatori per il
Medio Oriente, e Robert Gallo, per la sua ricerca sui virus
dell'Hiv.

18/02/09

ENERGIA: PE, LAMPADINA A INCANDESCENZA BANDITA DA 2012

BRUXELLES - La Commissione ambiente del Parlamento europeo si e' pronunciata a favore di una sostituzione progressiva nell'Ue - tra il settembre 2009 e il 2012 - delle classiche lampadine a incandescenza, come propostoa dicembre dalla Commissione europea. Nella riunione odierna gli eurodeputati della commissione ambiente hanno anche respinto una risoluzione che puntava a bloccare la decisione di messa al bando, gia' approvata dagli esperti degli stati membri nell'ambito dello specifico comitatoeuropeo di regolamentazione. Di fatto, il Parlamento europeo ha tempo fino al 15 marzo per opporsi a questa proposta. Secondo i calcoli dell'Esecutivo Ue, una famiglia media che sostituisce le lampadine a incandescenza con lampade fluorescenti compatte potra' fare un'economia da 25 a 50 euroall'anno sulla bolletta dell'elettricita'. Questi risparmi dovrebbero permettere di recuperare tra 5 e 10 miliardi di eurol'anno da ridistribuire nell'economia europea.

SANITA':NEL 2009 75 TONNELLATE DI FUNGHI SEQUESTRATI DAI NAS

ROMA - Dall'inizio dell'anno, in cinquediverse operazioni, i carabinieri dei Nuclei Antisofisticazionie Sanita' (Nas) di Padova hanno sottoposto a sequestro 75tonnellate di funghi porcini, del valore di 400 mila euro,importati dalla Cina. Dalle analisi eseguite dai laboratori dell'Agenzia Regionaleper la Protezione dell'Ambiente (Arpa) e' risultata unamassiccia contaminazione da larve potenzialmente tossiche per lasalute umana. Lo rende noto un comunicato emanato dal Comandodei Carabinieri per la Tutela della Salute. L'ultima operazione e' di qualche giorno fa quando, a seguitodell'esito non regolamentare di un campione prelevato a Padovadi un'azienda toscana, e' scattato il sequestro di 17 tonnellatedi funghi porcini congelati di provenienza cinese infestati dalarve. Resta alta, dunque, l'attenzione dei Nas nel controllodell'importazione di funghi.

GB: RIFIUTI TOSSICI SMALTITI ILLEGALMENTE IN AFRICA

TECNO-SPAZZATURA GETTATA A BIMBI IN BARBA A DIRETTIVE UE
LONDRA - Tonnellate di rifiuti tossico-nocivi vengono raccolti ogni giorno in Gran Bretagna e spediti - in barba agli accordi internazionali a tutela dell'ambiente - in paesi africani come Nigeria e Ghana. A svelare il traffico illegale e' un'inchiesta congiunta del quotidiano britannico TheIndependent, l'emittente Sky News, e l'associazione ambientalista Greenpeace UK. Che, nascondendo in un televisore danneggiato un trasmettitore satellitare, hanno tracciato e smascherato l'orrenda filiera. Secondo le norme in vigore, infatti, ogni apparecchio elettronico ormai inutilizzabile - computer, stereo, televisori:tutti oggetti ricchi di metalli pesanti e altri componenti velenosi - dovrebbero venir smaltiti in modo sicuro senza lasciare il loro paese d'origine. La realta' invece e' bendiversa. Societa' compiacenti raccolgono la spazzatura elettronica - e-waste, in inglese - raccolta in discariche comunali e la esportano, previa compenso, in paesi in via disviluppo. Dove un'intera generazione di ragazzini - immersa invapori cancerogeni - smantella, scava, fonde e recupera lepreziose materie prime contenute negli elettrodomestici dell'Occidente. Il viaggio della vergogna ha inizio in un centro di raccoltagestito dal consiglio provinciale dell'Hampshire. Stando alledirettive UE, la TV avrebbe dovuto essere riciclata dagli specialisti del settore. Invece e' stata acquistata dalla BJElectronics, ditta dell'East End di Londra - che, rivelal'Independent, paga una sterlina per ogni monitor di computer, tre sterline per un grande televisore e cinque sterline per unostereo con CD. La TV, insieme ad altri elettrodomestici, e'stata quindi rivenduta ad un'altra azienda. Che, riempito uncontainer, l'ha spedita a Lagos, Nigeria, a bordo della motonaveMV Grande America. Una volta approdata a destinazione, la TV-cimice e' stataconsegnata a uno dei tanti robivecchi che affollano il 'mercato'di Alaba, centro nevralgico dell'industria dell'usato nigeriana. Dove e' stata prontamente riacquistata dagli autori dell' inchiesta - evitando cosi' che finisse nella discarica a cielo aperto, regno incontrastato dei bimbi perduti dellaNigeria. ''In ogni container - ha detto all'Independent IgweChenadu, presidente dell'Alaba Technicians Association - circail 35-40% degli oggetti non funziona. Di questi, solo un terzosi puo' riparare. Il resto finisce ai ragazzini''. E ogni giorno, ad Alaba, arrivano in media dall'Europa e dall'Asia 15 container si tecno-spazzatura. Paradossalmente, pero', a rendere possibile l'orrenda tratta e' la direttiva UE stessa - 'Waste Electrical and ElectronicEquipment Directive', o WEEE. La legge, infatti, vieta l'esportazione dei dispositivi rotti e inutilizzabili. Via libera invece per quelli vecchi ma ancora funzionanti. ''Il sistema - ha spiegato una fonte interna del settore - dovrebbefare da filtro e separare i rifiuti tossici da un legittimo mercato dell'usato. In realta' viene spedito tutto all'estero''.

SPAZIO: IL 24 APRILE LANCIO SONDA NASA SU LUNA

E' previsto per il 24 aprile illancio della sonda americana Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro). La sonda della Nasa ha superato i due mesi di test che l'hannosottoposta a sbalzi termici improvvisi, simili a quelli chesperimentera' nell'orbita lunare. L'agenzia spaziale americana prevede che Lro compia una primaesplorazione di circa un anno nella bassa orbita polare e unaseconda fare di attivita' della durata di circa tre anni perraccogliere informazioni scientifiche dettagliate sulla Luna eil suo ambiente. I sette strumenti a bordo della sonda permetteranno diottenere mappe dettagliate della superficie lunare eaumenteranno la comprensione di topografia lunare, condizioni diluce, composizione mineralogica e risorse naturali. Questeinformazioni permetteranno di determinare i siti perl'atterraggio di future missioni lunari.

CLIMA: CON CENTRALI CARBONE ITALIA RISCHIA CONTO SALATO

DOSSIER LEGAMBIENTE, FRA 2005-2007 IN BOLLETTA 100 MLN IN PIU' Le centrali a carbone pesano sul conto da pagare per rispettare gli impegni assunti a livellointernazionale dell'Italia sul fronte clima. E il carbone non migliorera' la sicurezza energetica del Paese e non ridurra' le bollette, anche perche' il costo del kWh da carbone e' destinato ad aumentare. Queste le conclusioni del dossier 'Stop al carbone 2009' di Legambiente lanciato oggi, nel corso della 'Settimana amica del clima' (13-20 febbraio) in occasione del compleannodel protocollo di Kyoto. Secondo il dossier, fra 2005 e 2007 sono gia' statiscaricati in bolletta 100 milioni di euro per coprire gli 8,7 milioni di tonnellate di CO2 emessi oltre ai valori consentiti dalle nostre centrali a carbone. In questo lasso di tempo ilcarbone ha aumentato il proprio contributo alle emissioni di gasserra (+2,2%), in controtendenza rispetto al settore termoelettrico (-4,4%). Nel complesso, spiega Legambiente, le 12centrali a carbone funzionanti in Italia producono il 14% deltotale dell'energia elettrica, a fronte dell'emissione del 30%della CO2 liberata per la produzione complessiva di elettricita': 42,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica,cioe' 3,7 milioni di tonnellate in piu' rispetto ai limiti dalla direttiva europea sull'Emission trading scheme (Ets), nel 2007.Dai dati dell'associazione, le 12 centrali a carbone attive continuano a inquinare senza rispettare i vincoli imposti dalladirettiva europea Ets. Per gli ambientalisti, se dovessero partire anche i nuovi impianti gia' autorizzati o in corso divalutazione, si aggiungerebbero altri 38,9 milioni di tonnellatedi CO2. ''L'Italia - commenta Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - sta portando avanti una politica di assoluta retroguardia nella lotta al cambiamento climatico, indirezione opposta a quella fissata dalla Ue con il pacchetto clima energia e a quella recentemente tracciata dal nuovo presidente degli Stati Uniti. Nuove centrali a carbone aumenterebbero il nostro ritardo nel contrasto al globalwarming, condannandoci a pagare pesanti sanzioni''. Secondo i dati Legambiente, anche le centrali di nuovagenerazione come quella di Civitavecchia emettono quasi ildoppio delle emissioni di una moderna centrale a ciclo combinatoa gas naturale. Tra le centrali a carbone quelle a maggiori emissioni di CO2 risultano, nell'ordine, la centrale Enel di Brindisi Sud (14,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica,a fronte di un limite Ets di 13,4), la centrale ex Endesa, oggiE.On, di Fiume Santo in provincia di Sassari (4,3 milioni di tonnellate, +0,7 rispetto al limite Ets) e l'impianto Enel diFusina in provincia di Venezia (4,2 milioni di tonnellate, -0,6 rispetto al limite Ets). Il costo del carbone e' in salita, sottolinea Legambiente, e inoltre con i nuovi impianti gia'autorizzati o in corso di valutazione, si parla di un contributoaggiuntivo nella produzione termoelettrica da carbone, di 38,9 milioni di tonnellate di CO2, rispetto ai 42,5 emessi nel 2007.Quasi un raddoppio delle emissioni climalteranti, quando tra il 2013 e il 2020, ricordano gli ambientalisti, tutti gli impianti industriali europei, comprese le centrali termoelettriche,dovranno ridurre le loro emissioni del 21% rispetto a quelle del 2005.

Clima - Foreste tropicali assorbono sempre piu' CO2

Parigi - Le foreste tropicali africane immagazzinano una quantita' sempre maggior di anidride carbonica,come quella amazzonica: e' quanto risulta da uno studio pubblicatodalla rivista Nature, che ne raccomanda quindi la protezionenell'ambito della lotta ai cambiamenti climatici.Gli alberi formano parte integrante del ciclo del carbonio: locatturano per via fotosintetica, lo emettono direttamente eindirettamente (grazie alla decomposizione delle foglie e deirami) ma ne fissano anche una parte considerevole nella propriastruttura, agendo cosi' da "pozzi" di raccolta insieme agli oceani. Le capacita' di immagazzinamento del carbonio delle foreste, nonancora ben studiate, andrebbero da qualche centinaia a qualchetonnellata di chili per ettaro ogni anno: le foreste tropicali -che coprono circa il 10% della superficie del pianeta -potrebbero quindi immagazzinare circa la meta' del Co2 presente nella vegetazione.

RICERCA: GAPMINDER, NUOVO MODELLO PER STUDI EPIDEMIOLOGICI

ROMA - Si chiama Gapminder il modello che propone una nuova visione dinamica dello sviluppo a livello globale in luogo della vecchia distinzione tra Paesi in via disviluppo e Paesi industrializzati. Il modello, accessibile online all'indirizzowww.gapminder.org, e' stato presentato a Vienna, nel congresso internazionale sulle malattie emergenti, da Hans Rosling, dell' Istituto Karolinska di Stoccolma. Viene proposto come unnuovo modello alla luce del quale interpretare non soltanto i dati economici ma quelli relativi a fertilita' o mortalita' infantile, longevita' e salute. Secondo Rosling la maggior parte dei ricercatori immagazzina e comunica le informazioni relative alla salute utilizzando categorie che affondano le radici nel mondo coloniale e che distinguono solo due grandi categorie: Paesi industrializzati ePaesi in via di sviluppo. La realta' e' pero' molto piu'complessa, osserva Rosling, per il quale e' molto piu' efficacedistinguere Paesi a reddito basso, medio e alto: ''anche all' interno dei Paesi in via di sviluppo - rileva - si possono trovare Paesi con bassa mortalita' e reddito medio: il problema e' avere un metodo per riuscire a vedere queste differenze''.

ANTARTIDE: WWF; STACCATI ICEBERG, AGIRE SU ALLARME CLIMA

ROMA - Nuovo grido di allarme per l'emergenza clima del WWf, che commenta la notizia del primo avvistamento degli iceberg che si sono formati a seguito del distacco di parte della piattaforma di Wilkins, da parte della nave oceanografica del Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo (Csic). Secondo il Wwf questo e' l'ennesimo segnale di quello che sta avvenendo anche nelle altre aree ''considerate dagli scienziati dei possibili 'punti di non ritorno' (tipping points), come effetti del riscaldamento globale''. Gli ambientalisti ricordano alcuni precedenti importanti: piattaforme Larsen A nel 1995, un pezzo della piattaforma di Ross di 11.000 kmq, grande quanto lo stato del Connecticut nel 2000, Larsen B nel 2002 e ghiacciaio Thwaites (5.500 kmq. una superficie grande quanto la Liguria) del 1966. L'imputato principale e' l'incremento delle temperature medie registrato in quell'area, salito di 2,5 gradi negli ultimi 50anni. Questione che si lega al fenomeno dell 'innalzamento del livello dei mari, che potrebbe mettere a rischio milioni di persone. Di qui l'appello del Wwf per lun impegno a livello mondiale, sia al G8 in Italia che nella Conferenza sui cambiamenti climatici dell'Onu che si terra' a Copenhagen nel dicembre prossimo, per un nuovo accordo globale, al termine del primo periodo di azione del Protocollo di Kyoto.

NANOTECNOLOGIE:UN NANOROBOT PER LAVORARE CON IL DNA

ROMA - Un nanorobot con due minuscoli bracci meccanici per costruire strutture con i filamenti di Dna. Il dispositivo e' stato messo a punto da un gruppo diricercatori americani e cinesi delle universita' di New York eNanjing, che lo hanno descritto sulla rivista NatureNanotechnology. Il nanorobot ha la forma di un parallelepipedo i cui lati misurano 150, 50 e 8 miliardesimi di metro ed e' munito di due bracci posti uno di fronte all'altro, grazie ai quali puo'afferrare con altissima precisione le molecole che costituiscono una sequenza di Dna e utilizzarle come blocchetti da costruzione per realizzare nuove strutture. Una caratteristica grazie alla quale, secondo i ricercatori,il dispositivo ha potenziali applicazioni per lo sviluppo dinuove fibre sintetiche e per migliorare l'assemblaggio di impalcature di Dna. L'accuratezza con la quale lavora il nanorobot e' del 100%, confermata dal microscopio a forza atomica, un potentissimo strumento che permette di osservare strutture di pochi miliardesimi di metro.

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