18/02/09

CLIMA: CON CENTRALI CARBONE ITALIA RISCHIA CONTO SALATO

DOSSIER LEGAMBIENTE, FRA 2005-2007 IN BOLLETTA 100 MLN IN PIU' Le centrali a carbone pesano sul conto da pagare per rispettare gli impegni assunti a livellointernazionale dell'Italia sul fronte clima. E il carbone non migliorera' la sicurezza energetica del Paese e non ridurra' le bollette, anche perche' il costo del kWh da carbone e' destinato ad aumentare. Queste le conclusioni del dossier 'Stop al carbone 2009' di Legambiente lanciato oggi, nel corso della 'Settimana amica del clima' (13-20 febbraio) in occasione del compleannodel protocollo di Kyoto. Secondo il dossier, fra 2005 e 2007 sono gia' statiscaricati in bolletta 100 milioni di euro per coprire gli 8,7 milioni di tonnellate di CO2 emessi oltre ai valori consentiti dalle nostre centrali a carbone. In questo lasso di tempo ilcarbone ha aumentato il proprio contributo alle emissioni di gasserra (+2,2%), in controtendenza rispetto al settore termoelettrico (-4,4%). Nel complesso, spiega Legambiente, le 12centrali a carbone funzionanti in Italia producono il 14% deltotale dell'energia elettrica, a fronte dell'emissione del 30%della CO2 liberata per la produzione complessiva di elettricita': 42,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica,cioe' 3,7 milioni di tonnellate in piu' rispetto ai limiti dalla direttiva europea sull'Emission trading scheme (Ets), nel 2007.Dai dati dell'associazione, le 12 centrali a carbone attive continuano a inquinare senza rispettare i vincoli imposti dalladirettiva europea Ets. Per gli ambientalisti, se dovessero partire anche i nuovi impianti gia' autorizzati o in corso divalutazione, si aggiungerebbero altri 38,9 milioni di tonnellatedi CO2. ''L'Italia - commenta Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - sta portando avanti una politica di assoluta retroguardia nella lotta al cambiamento climatico, indirezione opposta a quella fissata dalla Ue con il pacchetto clima energia e a quella recentemente tracciata dal nuovo presidente degli Stati Uniti. Nuove centrali a carbone aumenterebbero il nostro ritardo nel contrasto al globalwarming, condannandoci a pagare pesanti sanzioni''. Secondo i dati Legambiente, anche le centrali di nuovagenerazione come quella di Civitavecchia emettono quasi ildoppio delle emissioni di una moderna centrale a ciclo combinatoa gas naturale. Tra le centrali a carbone quelle a maggiori emissioni di CO2 risultano, nell'ordine, la centrale Enel di Brindisi Sud (14,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica,a fronte di un limite Ets di 13,4), la centrale ex Endesa, oggiE.On, di Fiume Santo in provincia di Sassari (4,3 milioni di tonnellate, +0,7 rispetto al limite Ets) e l'impianto Enel diFusina in provincia di Venezia (4,2 milioni di tonnellate, -0,6 rispetto al limite Ets). Il costo del carbone e' in salita, sottolinea Legambiente, e inoltre con i nuovi impianti gia'autorizzati o in corso di valutazione, si parla di un contributoaggiuntivo nella produzione termoelettrica da carbone, di 38,9 milioni di tonnellate di CO2, rispetto ai 42,5 emessi nel 2007.Quasi un raddoppio delle emissioni climalteranti, quando tra il 2013 e il 2020, ricordano gli ambientalisti, tutti gli impianti industriali europei, comprese le centrali termoelettriche,dovranno ridurre le loro emissioni del 21% rispetto a quelle del 2005.

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