03/03/09

Ambiente - Cnr, filtri a "nanoparticelle" per depurare l'acqua

Utilizzabili anche per rilevare presenza sostanze tossiche
Filtrare e pulire l'acqua con la tecnologia delle nanoparticelle,

utilizzate per trattenere le molecole inquinanti o rilevare
la presenza di sostanze tossiche grazie a specifici sensori.
E' il risultato di una ricerca dell'Istituto di Ricerche sulle
Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irsa-Cnr),
presentata questa mattina nel corso del convegno su
'Risorse idriche e sviluppo sostenibile' che si e'
svolto al Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Le nanoparticelle sono aggregati di atomi o molecole dalle
dimensioni piccolissime, dell'ordine dei milionesimi di
millimetro. Le tecnologie che le riguardano stanno trovando
applicazioni sempre piu' vaste nella ricerca e nelle ricadute
industriali.
In particolare, l'Irsa ha messo a punto, sfruttando questa
tecnica, cartucce filtranti che contengono "anticorpi sintetici"
battezzati Molecularly Imprinted Polymers (MIPs). Si tratta di
polimeri (grosse molecole composte da catene di molecole piu'
piccole) che posseggono siti di riconoscimento molecolare
selettivi, in quanto ottenuti dalla polimerizzazione in presenza
di una molecola che funge da stampo (template).
Anche il sistema immunitario umano funziona piu' o meno allo
stesso modo. Gli anticorpi possiedono "cavita'" nelle quali
possono incastrarsi esattamente le strutture di certi agenti
patogeni, e solo quelli. In tal modo, riescono a "catturare" e
neutralizzare selettivamente le molecole nocive.
Nei filtri a nanoparticelle, i ricettori sono calibrati per
catturare tutti i composti tossici usati come "stampi" per
sintetizzarle. In questo modo, purificano l'acqua fatta passare
attraverso di loro dalle sostanze che si vogliono eliminare, e
soltanto da quelle, lasciando passare invece altre sostanze di
cui si puo' ritenere utile la presenza. Sono cioe' filtri
selettivi, che trattengono soltanto cio' che non ci serve.
Nel 2006 e' stata avviata dall'Irsa una ricerca relativa alla
sintesi e all'applicazione di tali metodi nel settore del
monitoraggio ambientale per il riconoscimento di inquinanti
organici sulla base della loro impronta molecolare e sono stati
realizzati anche MIPs per l'analisi di erbicidi, insetticidi,
fungicidi e IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici).

MEDICINA: ANTINORI, CLONAI 3 BAMBINI CHE OGGI HANNO 9 ANNI

"Ho contribuito a far nascere con la
tecnica della clonazione umana per fini riproduttivi tre
bambini. Sono due maschietti e una femminuccia che oggi hanno 9
anni. Sono nati sanissimi e attualmente godono di ottima
salute". Lo ha annunciato il ginecologo Severino Antinori in
una intervista al settimanale 'Oggi', domani in edicola. I
genitori, secondo quanto sostiene il ginecologo, vivono in
paesi dell'Est europeo. Antinori, senza addentrarsi in
particolari, ha spiegato al settimanale che la clonazione e'
stata ottenuta attraverso "un miglioramento della tecnica
adottata dallo staff di Ian Wilmut, il genetista scozzese che
nel 1996 ha clonato la pecora Dolly. Sostanzialmente, si tratta
di un "trasferimento nucleare"".

Fisica - Sperimentato FEL,primo supermicroscopio laser italiano

Si chiama Sparc e puo' fotografare virus e proteine in attivita'
E' in grado di vedere e fotografaremolecole, virus e' proteine in

movimento, mentre svolgono la loro attivita' il supermicroscopio
laser italiano appena sperimentato con successo.
E' , un Laser ad Elettroni Liberi (FEL), progettato, costruito e
messo in funzione, per la prima volta in Italia e viene
"pilotato" da un acceleratore lineare di elettroni, che emette
una radiazione molto intensa e di durata ultra-breve. Il
supermicroscopio e' in grado di fotografare molecole, proteine e
virus durante la loro attivita' ed osservare, cosa finora
impossibile, fenomeni biochimici ultraveloci. Si tratta del
secondo Laser di questo tipo funzionante in Europa, dopo quello
tedesco chiamato FLASH.
Il risultato e' stato ottenuto presso i Laboratori Nazionali di
Frascati dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) da un
gruppo di ricercatori dell'Infn, Enea, Cnr e delle Universita'
italiane, che tutti insieme hanno realizzato questo prototipo,
lungo circa 35 metri, finanziato dal Ministero dell'Istruzione
Universita' e Ricerca (MIUR) e dall'Unione Europea.
Il Laser e' stato battezzato "SPARC" (Sorgente Pulsata
Autoamplificata di Radiazione Coerente) ed e' il primo passo
verso la realizzazione di "SPARX", in fase avanzata di
progettazione, che estendera' la radiazione emessa ai raggi X.
Sparx sara' il super microscopio del futuro che favorira' un rapido
avanzamento nella ricerca scientifica e tecnologica italiana in
molti settori, tra cui le nano-tecnologie e le scienze
bio-mediche e che trovera' la sua collocazione nel Campus
Universitario di Tor Vergata, attraverso i finanziamenti del Miur
e della Regione Lazio.
Tecnicamente il FEL e' una sorgente di radiazione elettromagnetica
monocromatica di lunghezza d'onda corta, fino a frazioni di
miliardesimo di metro, tipiche dei raggi X. Questi dispositivi
consistono essenzialmente in una lunga serie di piccoli magneti,
"calamite" lunghe circa 1 cm con polarita' alternata che formano
un ondulatore, in cui viene iniettato un fascio di elettroni di
alta densita' di carica. Interagendo con la struttura magnetica,
gli elettroni oscillano e si organizzano collettivamente
emettendo una radiazione di lunghezza d'onda tipica, detta di
risonanza, che dipende dall'intensita' del campo magnetico e
dall'energia del fascio di elettroni. Cambiando l'energia degli
elettroni, si puo' variare il colore della radiazione emessa.
Il gruppo di ricercatori del progetto Sparc ha ottenuto una
radiazione di colore verde (corrispondente ad una lunghezza
d'onda di 500 nanometri) iniettando all'interno di un ondulatore,
lungo circa 14 metri e composto da oltre 1800 "calamite", un
fascio di elettroni accelerati mediante una differenza di
potenziale di radiofrequenza pari a 150 Milioni di Volt,
prodotta da un acceleratore lineare lungo circa 12 m. Il futuro
progetto Sparx, prevede l'uso di acceleratori lineari piu'
potenti, in grado portare gli elettroni ad un'energia di circa
2,5 Miliardi di electron-Volt e ondulatori lunghi fino a 50 metri.

Biologia - Antartide, da lago sotterraneo prove per vita marziana

Isolato da centinaia di migliaia di anni, potrebbe ospitare vita
Un lago sotterraneo "congelato nel tempo"
per centinaia di migliaia di anni, isolato dal mondo esterno: si
trova circa tre chilometri sotto la superficie dell'Antartide e
secondo gli scienziati potrebbe fornire importanti indicazioni su
come la vita avrebbe potuto evolversi su Marte.
Come riporta il quotidiano britannico The Daily Telegraph, i
ricercatori ritengono infatti che il lago sotterraneo possa
ospitare ancora forme di vita unicellulari uniche in grado di
evolversi in un ambiente artico come quello che il Pianeta Rosso
avrebbe potuto avere migliaia di anni fa, prima di perdere la
maggior parte della propria atmosfera.
Per questo il Natural Environment Research Council (Nerc) ha
assegnato sei milioni di euro a un consorzio internazionale che
comprende anche l'Universita' di Bristol, perche' possa studiare il
lago: i prossimi cinque anni verranno dedicati allo sviluppo
delle tecnologie necessarie mentre la spedizione vera e propria -
che comprendera' il prelievo di campioni di acqua e di sedimenti
del fondo - avverra' nel 2012.
Le missioni fin qui lanciate verso Marte hanno finalmente
accertato che l'ipotesi dei geologi, ovvero che il Pianeta Rosso
abbia in passato ospitato degli oceani, e' corretta: rimane
appunto da vedere se tale situazione sia durata abbastanza a
lungo da permettere lo sviluppo di forme di vita unicellulari,
che potrebbero avere lasciato delle tracce fossili.
La massa del pianeta e' infatti troppo esigua per trattenere
un'atmosfera significativa, e temperatura e pressione atmosferica
sono dunque attualmente troppo basse per permettere la formazione
di H2O in forma liquida alla superficie (il ghiaccio e' possibile,
ma sublima direttamente in vapore di ghiaccio, rilevato dalle
sonde orbitanti). E' tuttavia possibile che sotto la superficie,
dove pressione e temperatura sono maggiori, siano rimaste delle
sacche di acqua in grado di conservare anche forme di vita
elementari.

SCIENZA: ROMA, NEL MONDO DI DARWIN AL MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA

Uno spettacolo teatrale e quattro laboratori sull'evoluzione biologica.
Queste le due iniziative messe in campo dal Museo Civico di Zoologia
della Capitalenel centocinquantesimo anniversario della pubblicazione
de "L'origine delle specie" e nel duecentesimo anniversario della nascita di
Darwin.Il sette e l'otto marzo, e in replica il 4 e il 5 aprile,
infatti, la compagnia teatrale Le Nuvole portera' in scena "In
Viaggio con Darwin", la storia del padre della teoria evoluzionistica
attraverso i personaggi che hanno fatto parte della sua vita.
Lo spettacolo, diretto dal regista e drammaturgo Fabio
Cocifoglia, parte dal racconto della balia dello scienziato, la donna
che lo ha accudito fino alla sua adolescenza, per poi passare ad
un'altra donna, Emma, cugina e compagna di giochi che poi diventera'
sua moglie. Nella vita di Darwin, Emma sara' sempre la custode piu'
attenta delle meravigliose e sconvolgenti scoperte che cambiarono le
sorti della ricerca scientifica.
Con i quattro laboratori "L'Evoluzione in scena", poi, le
scuole e le famiglie potranno partecipare a quattro laboratori
permanenti, ospitati nella Sala della balena, con osservazioni
scientifiche, attivita' creative, esperienze multimediali su diversi
temi evoluzionistici: "Le forme dei viventi e l'ambiente: gli insetti
come caso di studio", "La vita ieri ed oggi: cambiamenti evolutivi
ed estinzioni", "La diversita' della vita: una visione macro e
micro", "Geni e cambiamenti evolutivi". Le scuole, inoltre,
potranno partecipare ad un'altra serie di attivita', sia all'interno
che all'esterno del Museo, legate all'Evolution Megalab, un progetto
di ricerca internazionale per studiare in tutto il mondo l'evoluzione
in atto nella chiocciola Cepea nemoralis.

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