18/03/09

AMBIENTE: INGV,CALOTTA ANTARTICA A RISCHIO SE SALE TEMPERATURA

(AGI) - Roma, 18 mar. - Nel caso di un ulteriore aumento delle
temperature medie globali si rischia il collasso della calotta
antartica occidentale. E' quanto scaturisce dall'analisi di
carote di sedimenti prelevate al di sotto della piattaforma di
ghiaccio galleggiante del mare di Ross (Ross Ice Shelf), in
Antartide. I risultati della ricerca sono pubblicati oggi su
Nature. L'analisi ha portato un numeroso gruppo di ricercatori
del progetto ANDRILL (ANtarctic geological DRILLing), fra i
quali Fabio Florindo (coordinatore del progetto), Massimo
Pompilio e Leonardo Sagnotti dell'Istituto Nazionale di
Geologia e Vulcanologia italiano (INGV) a interessanti scoperte
sull'evoluzione della calotta occidentale dell'Antartide (West
Antarctic Ice Sheet) in un intervallo che va da 5 a 3 milioni
di anni fa, quanto la temperatura media del nostro pianeta ed
il contenuto di CO2 in atmosfera erano piu' alte delle
condizioni attuali. I risultati hanno messo in luce per la
prima volta una calotta polare estremamente dinamica, le cui
fluttuazioni sono avvenute seguendo la periodicita' di un
parametro dell'orbita terrestre (variazione ciclica
dell'inclinazione dell'asse terrestre). La calotta polare
occidentale e' andata periodicamente collassando e, nella
regione del Mare di Ross, la piattaforma di ghiaccio
galleggiante, oggi estesa come la Francia, e' andata
progressivamente ritirandosi fino a dare spazio a condizioni di
mare aperto. I dati raccolti da questa ricerca sono
estremamente importanti - si sottolinea all'INGV - per avere
un'idea di quello che potrebbe accadere nei prossimi decenni in
conseguenza dell'aumento incontrollato delle emissioni di gas
serra in atmosfera. (AGI)

CLIMA: SCIOGLIMENTO GHIACCI ANTARTIDE E' A UN PUNTO CRITICO

(AGI/REUTERS/EFE) - Embargo fino alle 19 di oggi - Sydney, 19
mar. - La gigantesca placca di ghiaccio che copre l'Antartide
Occidentale si sciogliera' se i gas serra nell'atmosfera
continuano a crescere anche solo lievemente rispetto ai livelli
attuali e se la temperatura dell'oceano aumentera' di soli 5
gradi. Non solo: se la calotta glaciale occidentale cadra' in
mare e quella orientale continuera' a sciogliersi nei suoi
margini esterni, il livello globale dei mari crescera' di 7
metri. L'allarme arriva da due studi correlati, pubblicati
sulla rivista 'Nature', frutto di un'estesa ricerca sul fondale
marino sotto la Baia di Ross, condotta da un team di
ricercatori neo-zelandesi, statunitensi, tedeschi e anche
italiani.
Per poter raffrontare la situazione attuale con quanto
accaduto nel corso della storia del pianeta, gli studiosi si
sono basati sui dati forniti dallo studio degli isotopi
provenienti dai sedimenti del nucleo della placca a grande
profondita'. I reperti indicano che la calotta glaciale
dell'Antartide Occidentale nella Baia di Ross si sono sciolti e
riformati ogni 40.000 anni (38 volte negli ultimi 5 milioni di
anni). I campioni hanno anche mostrato che i mutamenti
nell'inclinazione dell'asse terrestre, che hanno avvicinato o
allontanato le calotte polari dal sole, hanno avuto un ruolo
importante nel riscaldamento oceanico e nei cicli di crescita e
abbassamento della calotta glaciale dell'Antartide Occidentale,
tra i tre e i cinque milioni di anni fa.
Circa quattro milioni di anni fa, i livelli crescenti di
diossido di carbonio nel'atmosfera (circa 400 particelle ogni
milione) hanno aumentato il riscaldamento gia' dato
dall'inclinazione dell'asse. "Ora la concentrazione di diossido
di carbonio nell'atmosfera si sta di nuovo avvicinando alle 400
parti per milione", ha spiegato Tim Naish, direttore
dell'Antarctic Research Centre della Victoria University a
Wellington. (AGI)

Nucleare - Studio: Batteri del suolo per ripulire le scorie

In grado di rendere insolubili metalli pesanti
Roma, 18 mar. (Apcom) - Un team internazionale di scienziati ha
scoperto che un comune batterio del suolo potrebbe, in futuro,
essere utilizzato per ripulire le scorie tossiche radioattive
prodotte negli anni passati dalle armi atomiche. La qualita' di
"fare pulizia" di questi batteri verrebbe dalla loro capacita' di
"inalare" metalli tossici e, poi, "esalarli" - dunque,
rimettendole in circolo - in forma non tossica, ha spiegato un
membro del team di ricerca, Brian Lower, docente presso la School
of Environment and Natural Resources dell'Univerista' dell'Ohio.
Usando un'unica combinazione di microscopi, gli scienziati
dell'Univerista' dell'Ohio e quelli austriaci, svedesi, svizzeri e
statunitensi sono stati in grado di osservare come il batterio
della "Shewanella oneidensis" riesca ad estrarre ossigeno da
composti metallici. Lo studio, pubblicato online questa settimana
sulla rivista Applied and Environmental Microbiology, fornisce la
prima prova che "Shewanella oneidensis" riesce a spostare le
proteine esistenti nelle cellule del batterio, portandole a
livello della membrana esterna, entrando a diretto contatto con
il metallo, dove si legano agli ossidi del metallo che i batteri
utilizzano nello stesso modo in cui noi utilizziamo l'ossigeno,
per respirare.
"In natura, i batteri non sempre hanno accesso all'ossigeno", ha
spiegato Lower. "Quando ad esempio sono sepolti nel suolo o
immersi nell'acqua - ha aggiunto - possono sfruttare i metalli
ossidati per il soddisfare i propri bisogni energetici: e'
un'antica forma di respirazione". E con una conoscenza piu'
approfondita delle qualita' di questi batteri, gli scienziati
potrebbero in futuro progettare in laboratorio, un tipo di
Shewanella in grado di risolvere il problema delle scorie
nucleari. Dal momento, infatti, che i batteri possono ridurre
cromo e uranio dallo stato liquido ad una forma di composti
insolubili, allora potrebbero essere usati per eliminare questi
due inquinanti ambientali dall'acqua. "Ad esempio, se riuscissimo
a migliorare questa abilita' del batterio di ridurre l'uranio,
attraverso una maggiore produzione di queste proteine, forse
questo sarebbe un modo per risanare i siti contaminati", ha
aggiunto Lower.
Il dipartimento dell'Energia americano sta sponsorizzando questo
lavoro di ricerca allo scopo di trovare nuovi metodi di
trattamento dei rifiuti prodotti dalle armi nucleari risalenti
agli anni '60 e '70. L'agenzia ha calcolato che le falde
acquifere del sottosuolo, contaminate dall'uranio come
conseguenza della proliferazione delle armi atomiche, sono oltre
2.500 miliardi di litri. ÇA Shewanella e' presente nel suolo e
potrebbe essere trovata vicino ai siti dove sono stati depositati
i rifiuti radioattivi, come quello di Hanford, nello stato di
Washington, ha spiegato ancora Lower. Il pericolo di questo
genere di depositi di scorie e' che i metalli tossici sono
solubili e possono cosi' penetrare nelle falde acquifere di quei
territori. Ma riuscendo a ridurre i metalli in forma non
solubile, questi batteri potrebbero impedire che i metalli si
disciolgano, trattenendoli sul posto in una forma solida stabile.

SANITA': 23,4% ITALIANI E 29% EUROPEI FA RICORSO AD OMEOPATIA

(AGI) - Roma, 18 mar - Il 23,4% degli italiani ed il 29% dei
cittadini europei fa ricorso all'omeopatia. L'Italia e' il
terzo mercato europeo dopo Francia e Germania. Lo Stato
italiano nel 2007 ha incassato 40 milioni di euro dalle
aliquote fiscali derivanti dalla vendita di prodotti
omeopatici. I medicinali omeopatici rappresentano ormai l'1%
dell'intero mercato farmaceutico europeo, con un aumento annuo
medio del 5%. Sono dati resi noti dalla Fiamo, la Federazione
italiana delle associazioni e dei medici omeopati, in base a
delle ricerche del Censis e della Commissione Europea.
Dal 2 al 4 aprile si terra' la Giornata mondiale
dell'omeopatia. La Fiamo organizzera' manifestazioni in 12
citta' italiane: Torino, Milano, Verona, Trieste, Bologna,
Genova, Firenze, Ancona, Roma, Napoli, Barletta e Catania.
Nelle piazze di queste citta' saranno presenti gazebo per
fornire informazioni e distribuire materiale informativo e
notizie sull'attivita' della Fiamo.
"Nonostante la crisi economica, l'omeopatia e' un settore
in continua espansione - dichiara Francesco Marino,
vicepresidente della Fiamo - il consenso della popolazione e'
crescente sia per l'efficacia dimostrata in un'ampia gamma di
patologie sia per l'assenza di effetti collaterali. A Roma il
prossimo 4 aprile celebreremo la Giornata mondiale
dell'omeopatia presso le sale della Citta' dell'altra economia
a Testaccio. Verra' lanciata la raccolta di fondi per la
ricerca clinica in omeopatia.
L'obiettivo sara' quello di allestire degli studi clinici
per dimostrare, anche a livello sperimentale, l'efficacia
clinica dell'omeopatia".(AGI).

Nucleare - Chernobyl, studio: Ancora oggi effetti su insetti zona

A vent'anni dall' incidente
Roma, 18 mar. (Apcom) - A vent'anni dall'esplosione alla centrale
nucleare di Chernobyl, le radiazioni stanno ancora riducendo il
numero di insetti e ragni nella zona. A rilevarlo sono stati
Timothy Mousseau, ricercatore della University of South Carolina,
e Anders Moller dell'Universita' of Paris-Sud, in uno studio
presentato sulla rivista Biology Letters. Gia' un po' di tempo fa
i due ricercatori hanno dimostrato che i livelli di radiazioni in
quella zona hanno avuto un impatto negativo sulle popolazioni di
uccelli. "Abbiamo voluto ampliare il range della nostra copertura
includendo anche gli insetti, i mammiferi e le piante", ha detto
Mousseau.
Il ricercatore ha lavorato per quasi dieci anni nella zona
nucleare di Chernobyl, evacuata dopo la drammatica esplosione.
Per questo studio i ricercatori hanno utilizzato "tecniche
standard ecologiche" , tracciando "linee transette" (ovvero linee
disegnate idealmente per delimitare una determinata area
geografica) in aree selezionate per contare il numero di insetti
e ragni. Inoltre, i ricercatori hanno monitorato i livelli di
radiazione con degli appositi strumenti. Ebbene, dai risultati
delle analisi e' emerso che all'aumentare della contaminazione e'
diminuito il numero di insetti. Secondo i ricercatori, nonostante
siano passati due decenni dalla drammatica esplosione alla
centrale nucleare di Chernobyl, quella area del paese soffre
ancora per le conseguenze della contaminazione.

G8 - Il 26-27 marzo il G8 delle Scienze ai Lincei

Scienziati valuteranno e indicheranno le emergenze del pianeta
Roma, 17 mar. (Apcom) - Si terra' a Roma all'Accademia Nazionale
dei Lincei il 26 e il 27 marzo, il G8 delle Scienze, in
preparazione del G8 politico di luglio.
Un vertice tra esperti del clima, della fisica dell'atmosfera,
glaciologi, geologi, e scienziati delle Accademie delle Scienze
dei paesi del G8+5 che, insieme, valuteranno e indicheranno le
emergenze del pianeta e metteranno a punto un documento con le
possibili linee guida per azioni di adattamento e mitigazione da
consegnare ai capi di stato dei paesi che parteciperanno, di li' a
pochi giorni, al G8 politico. .

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