16/04/09

Salute - Primo intervento in Italia di vertebroplastica

Operazione indicata per pazienti osteoporotici
Roma, 16 apr. (Apcom) - Per la prima volta in Italia, pressol'istituto Neuromed di Pozzilli, centro di eccellenza del Mezzogiorno d'Italia per le Neuroscienze, e' stato eseguito unintervento di vertebroplastica associato al posizionamento distent vertebrale al titanio. Come riferisce una notadell'Istituto, il "paziente e' un uomo di 58 anni con osteoporosisoggetto a crolli vertebrali da trauma, che aveva bisogno di unaristrutturazione vertebrale al fine di ottenere un'adeguatastabilizzazione del rachide. L'intervento e' stato eseguito consuccesso, infatti il paziente trattato, gia' dopo poche ore, erain grado di camminare senza dolore".A fare l'operazione, la prima sul nostro territorio ed eseguitaprecedentemente solo in alcuni paesi europei e negli Stati Unitid'America, l'equipe medica di neuroradiologica diretta dal dott.Marcello Bartolo in collaborazione con i tecnici statunitensidella Alphatec Spine, Larry Greenberg e Peter Kohlbecher.Secondo il comunicato, questa tecnica innovativa, ideatadall'Alphatec in America, e' stata utilizzata con successo perposizionare due stent con cemento in una vertebra lombare(L4)fratturata, su paziente giovane adulto, che circa 15 giorniaddietro aveva subito forte traumatismo. "Tale proceduraneuroradiologica interventistica - spiega Marcello Bartolo -permette al neuroradiologo di alleviare il dolore di queipazienti sofferenti per crollo vertebrale, riparando il segmentofratturato in poco tempo, senza procedure anestesiologiche totalie, soprattutto con una tecnica interventistica-chirurgica miniinvasiva. La procedura infatti consiste nell'introdurre nel corpodella vertebra fratturata uno/ due stent espandibili in titanio,fenestrati, con secondaria iniezione di cemento semifluido autosolidificante. La combinazione cemento dentro stent permette ilrialzamento della vertebra crollata, la solidificazione delcemento e la stabilizzazione del corpo vertebrale con immediatarisoluzione del dolore."L'intervento, in anestesia locale, e' durato circa quarantacinqueminuti e ha permesso al paziente di potersi alzare e deambularesenza dolore a solo ventiquattro ore dall'inserimento dellostent. Tale procedura, chiamata tecnicamente "OsseoFix", secondoNeuromed, non e' altro che l'evoluzione della vertebroplastica(iniezione di cemento nella vertebra fratturata) e dellacifoplastica (iniezione di cemento previa espansione dellavertebra con palloncino), tecniche neuroradiologicheinterventistiche che hanno riscosso notevole successo in campotraumatologico vertebrale e gia' ampiamente utilizzate nelIstituto Pozzilli."A differenza di queste tecniche - aggiunge Bartolo- l'OsseoFixpermette di stabilizzare permanentemente la vertebra con unamicroimpalcatura in titanio "immersa" in cemento solidificato. Lavertebra pertanto risulta essere rialzata, solida, e, soprattuttonon dolente."Secondo i medici, l'Osseofix e' un'arma innovativa anche controla lombaggine da crollo vertebrale, nei cedimenti vertebrali daosteoporosi e, soprattutto, in quelli post-traumatici. Laprocedura , inoltre, sembra essere la piu' indicata per ipazienti di media eta' soggetti a crolli vertebrali da trauma, chenecessitano di una ristrutturazione vertebrale per un'adeguatastabilizzazione del rachide e per persone anziane osteoporotichesoggette a frequenti fratture vertebrali. L'osteoporosi, ricordaBartolo, e' "un'epidemia silenziosa", un problema globale incontinuo aumento che colpisce oltre 75 milioni di persone inEuropa, Giappone ed Usa, caratterizzata dalla perdita progressivadi massa ossea e da alterazioni della microarchitettura cheinnalzano il rischio di fratture ossee. Una patologia che sisviluppa ulteriormente in soggetti che subiscono variazioni dicomplessi sistemi endocrini in relazione a fenomeni come lamenopausa e l'invecchiamento, interagendo con cause ambientali,quali abitudini dietetiche, attivita' fisica, fumo, alcool.La nuova procedura e' poco invasiva (consiste nell'introduzione diuna ago metallico nella vertebra di una paziente sveglio, indecubito supino) , rapida, relativamente priva di complicanze,poco costosa (rientra nei DRG del SSN) e, da oggi disponibile congli stent in titanio presso il centro di eccellenza molisano.

Usa abbandonano GNEP, partnership ricerca nuovi reattori nucleari

Anche ricercatori italiani coinvolti nel programma internazionale
Roma, 16 apr. (Apcom) - Un portavoce del Dipartimentodell'Energia Usa ha confermato la volonta' del governo degli StatiUniti di non rifinanziare almeno in parte la Global NuclearEnergy partnership (Gnep). Si tratta della iniziativa lanciatanel 2006 dall'ex presidente George Bush che prevedeva losviluppo, su scala internazionale di reattori di nuovagenerazione insieme alla creazione di un ciclo del combustibilesotto controllo internazionale. In una dichiarazione rilasciataieri alla stampa Usa, il vice segretario del DoE, Jen Stutsman haspiegato che "l'amministrazione ha deciso di non finanziare leiniziative a breve termine previste nel programma GNEP e inparticolare la realizzazione di centri per il riciclo delcombustibile nucleare", mentre continueranno ad essere finanziatele azioni di lungo termine legate al riciclo del combustibile eallo sviluppo di nuovi reattori superveloci"Al programma Gnep lavorano anche ricercatori italiani. Inparticolare quelli del Politecnico di Milano e dell'Enea chestanno sviluppando un reattore di terza generazione avanzatachiamato Iris.

RICERCA: MONTALCINI, IN ITALIA CAPITALE UMANO DI GRANDE VALORE

(AGI) - Roma, 16 apr.- "La scoperta dell'NFG mi ha permesso ditornare e di vivere in Italia e di conoscere il piu' preziosocapitale in mano a questo paese: il capitale umano, i suoigiovani di grande valore con i quali lavoro tutt'oggi e aiquali auguro tutta la fortuna che ho avuto io". Cosi' Rita LeviMontalcini, rivolgendosi alla platea che festeggiava il suocompleanno ormai alle porte presso l'Istituto Superiore diSanita', la struttura che l'accolse come giovane ricercatricenel lontano 1963. "Tornare all'ISS mi ricorda anni felici - hacontinuato - mi fa ripercorrere molte tappe di questolunghissimo viaggio durato 100 anni", un viaggio diviso traAmerica e Italia. "Sono felice di essere stata tanto tempo inAmerica, al mio rientro in Italia ho scoperto un paese dalgrande capitale umano e dalle grandi intuizioni" ha continuato,ringraziando i presenti per le parole affettuose spese."Qual'e' stata la fortuna della mia scoperta? La curiosita' ecredo che sia proprio quel che caratterizza la genialita'italiana".(AGI)

Medicina - Genetica in difficolta' contro malattie piu' comuni

Causate da numerose mutazioni poco compreseRoma, 16 apr. (Apcom) - L'era della medicina personalizzatapotrebbe non essere ancora arrivata: l'analisi genetica dellemalattie piu' comuni sta infatti rivelandosi piu' complicata delprevisto, come riporta il quotidiano statunitense The New YorkTimes citando uno studio pubblicato dal New England Journal ofMedicine.Di conseguenza, le differenze riscontrate dalle analisi fatte suparticolari sequenze genetiche di persone sane e malate ha "pocao in molti casi nessuna rilevanza clinica", come spiega DavidGoldstein, della Duke University. A differenza delle malattierare dovute a una singola mutazione, patologie quali cancro e ildiabete sono infatti causate da numerose variazioni e solo alcunedi queste appaiono comuni a tutti i pazienti fin qui studiati;inoltre, il fatto che insorgano spesso in eta' avanzata - quindidopo aver potenzialmente procreato dei figli - rende impossibilealla selezione naturale eliminarle.Il legame fra le mutazioni e la malattia rimane dunque in granparte incompreso, tanto che secondo Goldstein la spiegazione piu'probabile e' che le patologie piu' diffuse siano dovute non alpiccolo numero di variazioni genetiche comuni identificate maalla combinazione di un gran numero di mutazioni rare, difficilida individuare.Inoltre, piu' numerose sono le mutazioni genetiche chiamate incausa piu' sono i sistemi biochimici coinvolti nella malattia, ilche significa che "puntando il dito contro tutto, la geneticaindichera' il nulla", conclude Goldstein, che consiglia diconcentrare gli studi sul genoma completo di pochi pazientiselezionati.

Scienza - Formiche amazzoniche senza sesso, fanno a meno di maschi

Scoperta una specie amazzonica in cui le regine si clonano
Roma, 15 apr. (Apcom) - Che non sempre serva un maschio per
procreare e' una verita' resa ormai sempre piu' frequente dalla
fecondazione in vitro e da altre tecniche di riproduzione piu' o
meno 'artificiali': ma la novita' e' che perfino in natura, e in
una classe relativamente evoluta come gli insetti, c'e' almeno un
caso del genere. E' infatti il sistema sviluppato da un tipo di
formiche amazzoniche, le 'Mycocepurus Smithii', capaci di
riprodursi per clonazione.
La scoperta e' stata fatta da un gruppo di ricercatori di diversi
paesi, che hanno pubblicato i risultati sulla rivista scientifica
'Proceedings of The Royal Society B, Biological Sciences': in
sostanza le regine di questa specie si riproducono senza maschi,
clonando il loro materiale genetico in nuove operaie o altre
regine, tanto da avere gli organi sessuali atrofizzati. Le
operaie, gia' normalmente sterili fra le formiche, sono tutte
geneticamente identiche fra loro e alle regine. Per di piu' queste
formiche si nutrono di un fungo - anch'esso asessuato, in quanto
si riproduce tramite spore - che coltivano con grande successo.
Un piccolo mondo senza sesso, insomma, e con molto giardinaggio.
Anche se questo tipo di riproduzione ha alcuni vantaggi in
termini di aumento del numero di femmine riproduttrici e dunque
di moltiplicazione, in teoria presenta anche inconvenienti: la
mancanza di rimescolamento genetico riduce in teoria la
resistenza a parassiti e malattie. Ma in questo caso, forse
grazie al peculiare regime alimentare basato sui funghi, non
sembra che le formiche asessuate abbiano avuto gravi problemi di
adattamento, perche' sarebbero antiche di milioni di anni.

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