18/03/09

Nucleare - Studio: Batteri del suolo per ripulire le scorie

In grado di rendere insolubili metalli pesanti
Roma, 18 mar. (Apcom) - Un team internazionale di scienziati ha
scoperto che un comune batterio del suolo potrebbe, in futuro,
essere utilizzato per ripulire le scorie tossiche radioattive
prodotte negli anni passati dalle armi atomiche. La qualita' di
"fare pulizia" di questi batteri verrebbe dalla loro capacita' di
"inalare" metalli tossici e, poi, "esalarli" - dunque,
rimettendole in circolo - in forma non tossica, ha spiegato un
membro del team di ricerca, Brian Lower, docente presso la School
of Environment and Natural Resources dell'Univerista' dell'Ohio.
Usando un'unica combinazione di microscopi, gli scienziati
dell'Univerista' dell'Ohio e quelli austriaci, svedesi, svizzeri e
statunitensi sono stati in grado di osservare come il batterio
della "Shewanella oneidensis" riesca ad estrarre ossigeno da
composti metallici. Lo studio, pubblicato online questa settimana
sulla rivista Applied and Environmental Microbiology, fornisce la
prima prova che "Shewanella oneidensis" riesce a spostare le
proteine esistenti nelle cellule del batterio, portandole a
livello della membrana esterna, entrando a diretto contatto con
il metallo, dove si legano agli ossidi del metallo che i batteri
utilizzano nello stesso modo in cui noi utilizziamo l'ossigeno,
per respirare.
"In natura, i batteri non sempre hanno accesso all'ossigeno", ha
spiegato Lower. "Quando ad esempio sono sepolti nel suolo o
immersi nell'acqua - ha aggiunto - possono sfruttare i metalli
ossidati per il soddisfare i propri bisogni energetici: e'
un'antica forma di respirazione". E con una conoscenza piu'
approfondita delle qualita' di questi batteri, gli scienziati
potrebbero in futuro progettare in laboratorio, un tipo di
Shewanella in grado di risolvere il problema delle scorie
nucleari. Dal momento, infatti, che i batteri possono ridurre
cromo e uranio dallo stato liquido ad una forma di composti
insolubili, allora potrebbero essere usati per eliminare questi
due inquinanti ambientali dall'acqua. "Ad esempio, se riuscissimo
a migliorare questa abilita' del batterio di ridurre l'uranio,
attraverso una maggiore produzione di queste proteine, forse
questo sarebbe un modo per risanare i siti contaminati", ha
aggiunto Lower.
Il dipartimento dell'Energia americano sta sponsorizzando questo
lavoro di ricerca allo scopo di trovare nuovi metodi di
trattamento dei rifiuti prodotti dalle armi nucleari risalenti
agli anni '60 e '70. L'agenzia ha calcolato che le falde
acquifere del sottosuolo, contaminate dall'uranio come
conseguenza della proliferazione delle armi atomiche, sono oltre
2.500 miliardi di litri. ÇA Shewanella e' presente nel suolo e
potrebbe essere trovata vicino ai siti dove sono stati depositati
i rifiuti radioattivi, come quello di Hanford, nello stato di
Washington, ha spiegato ancora Lower. Il pericolo di questo
genere di depositi di scorie e' che i metalli tossici sono
solubili e possono cosi' penetrare nelle falde acquifere di quei
territori. Ma riuscendo a ridurre i metalli in forma non
solubile, questi batteri potrebbero impedire che i metalli si
disciolgano, trattenendoli sul posto in una forma solida stabile.

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