11/03/09

Medicina - Sintetizzata nuova molecola per prevenire l'ictus

Sara' in commercio entro estate ed e' di facile assunzione
Roma, 11 mar. (Apcom) - Sono 200.000 gli italiani colpiti ogni
anno da ictus cerebrale che, spesso, vanno incontro a grave
disabilita' permanente. Nel 25% dei casi, la causa e' la
fibrillazione atriale che si manifesta con sintomi di
affaticamento, irregolarita' del battito cardiaco, palpitazioni,
dispnea. La fibrillazione atriale interessa alcuni milioni di
italiani e vi possono essere casi di persone che non sanno di
essere malate, condizione che espone a maggiori rischi a causa
della mancata assunzione dei farmaci utili a prevenire le
complicanze. Nella fibrillazione atriale il cuore perde il
normale sincronismo e gli atri non si contraggono piu' in maniera
efficace. La conseguenza e' la formazione, all'interno della
camera cardiaca, di coaguli di sangue, che, partendo dall'atrio,
possono formare emboli nel corpo o nel circolo cerebrale causando
danni molto importanti: infarti intestinali, renali, gangrene
agli arti inferiori, o molto piu' frequentemente ictus cerebrale.
La malattia colpisce in egual misura donne e uomini e tende a
diventare sempre piu' frequente con l'aumentare dell'eta': una
persona su tre, superati gli 80 anni, ne soffre.
Oggi i due farmaci piu' usati sono l'aspirina, facile da assumere
ma poco efficace e somministrabile solo nei pazienti con
fibrillazione atriale a basso rischio, e l'anticoagulante orale
tradizionale, il dicumarolo, che pero' e' difficile da
implementare, perche' richiede monitoraggi continui e molta
attenzione nella dieta e nelle modalita' di assunzione da parte
del paziente.
"Il 5% delle persone con fibrillazione atriale - afferma il
prof. Diego Ardissino, direttore dell'Unita' Operativa di
Cardiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma - va
incontro a un evento tromboembolico. Per anni la comunita'
cardiologica si e' impegnata nella ricerca di un nuovo
anticoagulante che potesse superare le difficolta' d'impiego e di
gestione dell'attuale terapia anticoagulante con dicumarolici".
Ora, finalmente, come dice Ardissimo s' e' arrivati a sintetizzare
una molecola di nuova concezione, il Rivaroxaban, a
somministrazione orale, che ha dimostrato di essere efficace nel
ridurre il rischio tromboembolico nella trombosi venosa profonda
ed ha la potenzialita' di rivoluzionare anche la terapia dei
pazienti a rischio tromboembolico nella fibrillazione atriale.
Entro l'estate 2009 sara' in commercio anche in Italia con
l'indicazione nella prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV)
in chirurgia ortopedica protesica maggiore di anca e ginocchio.
"Infatti il meccanismo alla base della formazione del trombo
venoso - spiega Antonio Carolei, professore ordinario di
Neurologia all'Universita' degli Studi dell'Aquila - e' identico a
quello che porta alla formazione del trombo arterioso. La nuova
molecola potra' quindi garantire importanti vantaggi anche alle
persone con fibrillazione atriale. Tale indicazione e' attualmente
in studio nel progetto ROCKET-AF". Con rivaroxaban i pazienti
colpiti da questo disturbo non dovranno piu' sottoporsi a
controlli frequenti per "aggiustare la dose" e avranno a
disposizione un anticoagulante orale efficace in dose fissa.
Grande e' l'attesa per i risultati dello studio ROCKET-AF, in cui
verranno valutati per la prevenzione dell'ictus oltre 14.000
pazienti in trattamento con rivaroxaban a confronto con la
terapia anticoagulante tradizionale. Molti sono i centri italiani
coinvolti, coordinati dal prof. Ardissino e dal prof. Carolei,
referenti italiani di questo importante studio internazionale.

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