15/02/09

CLIMA: LUNEDI' COMPLEANNO KYOTO, MA NON SI FESTEGGIA

Il 16 febbraio il protocollo di Kyoto
compie quattro anni dalla sua entrata in vigore. Guardando pero'
il quadro globale della produzione di gas serra, sempre in
salita, c'e' poco da festeggiare, mentre in Italia le principali
associazioni ambientaliste (Wwf, Legambiente e Greenpeace)
giudicano il nostro Paese 'immobile' nel fare fronte agli
impegni assunti a livello internazionale con l'accordo
salva-clima.
Rispetto ai livelli del 1990, il protocollo di Kyoto prevede
nel periodo 2008-2012 un taglio del 5,2% delle emissioni di gas
serra a livello globale, il taglio dell'8% per l'Europa e del
6,5% per l'Italia. Nel frattempo, invece, le emissioni mondiali
di CO2 hanno toccato quota 27,89 miliardi nel 2006, rispetto ai
20,95 miliardi di tonnellate del 1990. L'incremento sfiora i 7
miliardi di tonnellate, facendo aumentare di un terzo le
emissioni mondiali in soli 16 anni.
In compenso, le previsioni dell'Agenzia europea dell'Ambiente
indicano invece che la Ue dei 15 non solo raggiungera' il suo
obiettivo dell'8% rispetto ai livelli del 1990, ma applicando i
meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto, lo superera'
raggiungendo una riduzione dell'11,3%.
Altro capitolo e' quello dell'Italia, che dal 1990 ha visto
una crescita delle emissioni del 9,9% (2006). Per Legambiente,
Wwf e Greenpeace ''l'Italia rischia un autentico suicidio per la
propria credibilita' internazionale se continuera' a non fare
nulla per attuare gli impegni previsti''. Secondo gli
ambientalisti ''il nostro Paese non solo non ha una strategia
valida, ma sta dando indicazioni contraddittorie con un rilancio
del carbone e del nucleare a danno dello sviluppo di rinnovabili
ed efficienza energetica. Inoltre - aggiungono le associazioni -
si pensa di compensare le mancate riduzioni con un massiccio
ricorso a 'progetti di sviluppo pulito', con l'impiego di
risorse pubbliche, progetti spesso di dubbia efficacia''. Wwf,
Legambiente e Greenpeace parlano poi di ''provvedimenti spot
disattesi'', come ''il finanziamento di 200 milioni di euro del
'Fondo rotativo' per Kyoto, annunciato dal ministro
dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, scomparso dal testo
finale della Finanziaria 2009''. Per gli ambientalisti infine,
''c'e' il rischio che il nostro Paese, senza una strategia
concreta per sostenere gli investimenti nelle fonti rinnovabili
e nel settore dell'efficienza energetica perda ancora una volta
il treno per fare dell'emergenza climatica un'occasione di
rilancio dell'economia e fronteggiare la crisi finanziaria''.

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