Berlino - L'uomo di Neandertal, estintosi
30.000 anni fa, e il Sapiens, da cui tutti noi discendiamo,
erano due specie distinte. A mettere la parola fine sulla
querelle che ha da sempre appassionato i paleoantropologi e'
stata la mappatura del Dna dei resti fossili di alcuni
neanderthaliani ritrovati in Croazia a Vindija. Il confronto
con il genoma dell'uomo moderno ha dimostrato che i due avevano
in comune solo la capacita' di parlare ma non si sono mai
incrociati evolutivamente. E' quanto ha stabilito il professor
Svante Paabo, direttore del dipartimento di Antropologia
Genetica dell'evoluzione del prestigioso Max Planck Institute
di Lipsia sulla base della mappatura del 63% del Dna dei resti
neandertaliani. Le due specie condividono il 99,5% del
patrimonio genetico generico - come l'uomo e lo scimpanze' - ma
hanno solo un gene in comune legato ad un'attivita specifica,
il linguaggio: il 'FOXP2'. Secondo il paleoantropologo, i
risultati chiariranno le relazioni tra gli esseri umani e i
Neandertal, e aiuteranno a identificare le mutazioni genetiche
che hanno consentito alla nostra specie di sopravvivere e
diffondersi al di fuori dell'Africa 100.000 ani fa.
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