10/02/09

Fisica - Cern: incorporati in Lhc nuovi sistemi sicurezza

Ginevra - Il Cern ha deciso di incorporare nuovi
sistemi di sicurezza nel Large Hadron Collider (Lhc),
l'acceleratore di particelle fermo da mesi per un guasto a un
magnete e che dunque non potra' riprendere a funzionare prima del
prossimo mese di settembre.
Tra le migliorie previste vi e' un rilevatore di livello di
resistenza elettrica che permettera' di escludere l'alimentazione
prima che un corto circuito possa danneggiare i componenti
dell'acceleratore. Secondo quanto accertato dai tecnici, la fuga
di elio liquido alla base del guasto e' stata causata da
un collegamento elettrico difettoso fra due dei magneti della
macchina.
L'acceleratore di particelle rimarra' dunque spento per quasi un
anno, dopo che la prima accensione e l'immissione sperimentale
di un fascio di protoni erano stati coronati da successo: le
prime collisioni fra particelle (che rappresentano gli esprimenti
veri e propri) erano previste per la fine dell'anno o i primi
mesi del 2009.
L'Lhc, con un circuito di 27 chilometri, e' il piu' vasto e potente
acceleratore di particelle mai costruito: a regime gli
urti fra particelle dovrebbero sviluppare un'energia pari a 14
TeV, un livello che dovrebbe avvicinarsi ulteriormente a quelli
sperimentati nei primi istanti di vita dell'Universo.
Obbiettivo a lungo termine dei ricercatori e' quello di
verificare l'esistenza di particelle supersimmetriche e delle
dimensioni nascoste previste dalla teoria delle stringhe, oltre a
comprendere meglio l'esatta natura della materia ed energia
"oscure" che costituiscono gran parte della massa dell'Universo;
soprattutto, dovrebbe essere finalmente prodotto il "bosone di
Higgs", l'ultima particella prevista dal modello standard della
fisica quantistica ancora da scoprire.
Ribattezzata "particella di Dio", sarebbe all'origine della
manifestazione della massa (e quindi, di riflesso, della gravita')
e la conferma della sua esistenza potrebbe far compiere passi
avanti nelle Teorie di Unificazione, verificate per le forze
nucleari ed elettromagnetiche ma dalle quali la gravita' rimane
ancora esclusa. Non che la fede nei risultati sia universale:
l'astrofisico Stephen Hawking ha scommesso con Peter Higgs che la
particella che porta il nome del fisico scozzese non verra'
trovata; un esito che avrebbe l'effetto di dover rimettere in
discussione l'intero Modello Standard, un evento secondo Hawking
scientificamente molto piu' interessante che non la conferma della
teoria.

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